Università, parte il corso Dams Nuove intese con gli altri atenei

D’Amico fa il bilancio di metà mandato da rettore e annuncia: «In tre anni cambieremo pelle» In arrivo laboratorio per start up e stretti rapporti con l’estero, anche per attirare studenti stranieri

TERAMO. Nei prossimi tre anni l’università di Teramo «cambierà pelle». Dopo tre anni di radicali cambiamenti, il rettore Luciano D’Amico ne annuncia altri tre altrettanto impegnativi.La tradizionale conferenza stampa di fine anno è stata l’occasione per fare un bilancio non solo di quanto fatto nel 2015, ma per fare un punto a metà del mandato rettorale.

DAMS AL VIA. E la nuova metamorfosi è già iniziata. L’altroieri il senato accademico ha votato per l’istituzione di un corso di laurea in discipline di arte musica e spettacolo (Dams), che sarà attivato dal 1° agosto 2016. Il corso ha una valenza doppia. Da una parte darà diritto a una laurea di primo livello ma, se abbinato alla frequenza di un conservatorio o un’accademia, può portare a conseguire un doppio titolo, cioè la laurea e il diploma. L’università di Teramo ha deciso di sfruttare e istituzionalizzare la possibilità data dal 2011 agli studenti, di iscriversi contemporaneamente agli istituti dell’alta formazione artistica e musicale (conservatori e accademie) e all’università. «Cercheremo di stipulare convenzioni con i conservatori dell’Aquila e di Pescara, con il “Braga” di Teramo e con l’accademia delle Belle arti dell’Aquila: già ci sono stati dei contatti, ci sentiremo a gennaio. Creeremo un percorso unico in Italia, al momento non mi risulta una strutturazione simile», afferma il rettore. Gli studenti che sfrutteranno questa possibilità affronteranno un percorso di 4 anni, con 72 crediti in comune su 180.

LABORATORIO PER START UP. Un’altra delle novità riguarda la creazione di un laboratorio che favorisca la nascita di nuove imprese. «Accetteremo la sfida di porci nel gruppo di testa delle università che cercano di elaborare modelli originali», osserva D’Amico, «avendo consolidato la ricerca, la didattica e la ristrutturazione, ora possiamo essere attori di primo piano nello sviluppo del territorio. E quindi il nostro impegno nei confronti degli studenti non si esaurirà più nel percorso formativo, ma arriverà a favorire la creazione di modalità innovative di ingresso nel mondo del lavoro puntando sulle start up innovative e sugli spin off». E oltre al laboratorio per creare start up il rettore pensa a rapporti ancor più stretti con il territorio non solo per il polo scientifico, il più vocato a offrire servizi e a mettere in piedi progetti con agganci locali. «Ma anche Giurisprudenza può essere in prima linea per il fabbisogno di servizi giuridici del territorio, con un’assistenza alle imprese che vogliono internazionalizzarsi, ad esempio», aggiunge il rettore.

CORSI A TITOLO CONGIUNTO. Ma non basta. «E’ probabile che di qui a breve si possano offrire corsi a titolo congiunto», annuncia D’Amico. Si tratta di corsi gestiti insieme ad altri atenei, che danno allo studente un titolo proveniente da entrambi. Il rettore punta agli altri due atenei abruzzesi ma anche all’estero. «Il prossimo anno attiveremo una laurea magistrale in scienze delle amministrazioni pubbliche: nell’anno accademico 2017-18 diventerà interateneo» con le altre università abruzzesi. Ma ci sono contatti per operazioni simili anche con atenei stranieri.

RAPPORTI CON L’ESTERO. E l’ateneo vuol battere molto sul filone internazionale. D’Amico fa notare che sono già raddoppiati gli studenti in uscita con l’Erasmus (ne sono 141) «ma il nostro obiettivo è decuplicarli: il nostro sogno è che tutti gli studenti trascorrano un semestre all’estero». Ma un altro obiettivo è attirare studenti in entrata, anche dai Paesi stranieri. «Attualmente un terzo dei nostri studenti proviene dalla provincia di Teramo, un terzo dal resto d’Abruzzo e un terzo dal resto d’Italia e dall’estero. Noi vogliamo puntare ad aumentare quest’ultima categoria. Abbiamo già un nucleo di studenti israeliani in costante crescita. Portando qui le migliori energie vivacizziamo l’ambiente culturale e creiamo le condizioni perchè possano trattenersi e concorrere allo sviluppo».

Tanti programmi, dunque, e anche ambiziosi. Realizzati sempre meno con fondi caduti dall’alto. «Nel bilancio di previsione 2016», fa notare D’Amico, «l’incidenza dei fondi ministeriali è ferma al 62%: dall’esterno proviene il 38% delle risorse di bilancio. Non ci avrei creduto 2 anni fa: in un periodo in cui il finanziamento ordinario continua diminuire significa essere competitivi. Anche se il nostro territorio non può essere comparato ad altri più sviluppati e non può essere generoso come altri nei confronti dell’università».

La rotta per i prossimi tre anni è già tracciata. D’Amico ha portato l’università di Teramo in acque sicure, rispetto alla situazione trovata nel 2013. Ma non per questo vuol rallentare l’andatura. Non a caso conclude citando Itaca, una bella poesia di Costantino Kavafis, come metafora del proprio impegno nell’ateneo teramano: «Non è tanto importante arrivare a Itaca quanto il viaggio, che devi augurarti sia lungo e fertile in avventure ed esperienze».

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