Va in bici con gli amici, muore a 43 anni 

Malore stronca ciclista amatoriale di Santa Margherita di Atri. L’ex assessore Di Basilico: «Era un vulcano, una roccia» 

TERAMO. È morto davanti ai compagni di tante passeggiate in bici mentre pedalava sulle colline teramane. Per Gabriele Traini, 43enne operaio di Atri e ciclista amatoriale con una grande passione per le due ruote, non c’è stato nulla da fare: per oltre quaranta minuti gli operatori del 118 hanno provato a rianimarlo anche con il defibrillatore. A stroncarlo molto probabilmente un infarto: ad accertarlo saranno gli esami previsti dall’autorità giudiziaria, a cominciare dall’autopsia che già nella giornata di oggi dovrebbe essere disposta dal pm di turno Silvia Scamurra che ha delegato i carabinieri alle indagini.
La tragedia si è consumata in pochi attimi sulla strada provinciale 19, nella zona di Feudo alto, tra Castellalto e Canzano. Gli amici lo hanno visto accasciarsi e cadere e immediatamente hanno dato l’allarme. Sono stati loro a prestare i primi a soccorrerlo in attesa dell’ambulanza del 118 arrivata sul posto in poco tempo. Purtroppo non c’è stato nulla da fare.
Traini, sposato e padre di due figli, abitava a Santa Margherita di Atri e lavorava come operaio nello stabilimento Cordivari di Pagliare di Morro d’Oro. «Viveva per la famiglia, il lavoro e la bicicletta», raccontano increduli e addolorati gli amici. «Era un grande appassionato della due ruote», continuano, «e non aveva mai avuto problemi di salute. La domenica prendeva la sua bicicletta e usciva con gli amici ma spesso anche da solo».
Così lo ricorda l’ex assessore comunale di Atri Alfonso Di Basilico: «Era un vulcano, sempre pieno di idee e sempre pronto a pedalare. Una roccia con cui ho condiviso tante biciclettate. Un grande lavoratore, un padre e un marito affettuosissimo e un grande amico per tutti. Una persona disponibile, sempre pronta a dare una mano agli altri. La bicicletta era la sua grande passione e come ciclista amatoriale aveva percorso migliaia di chilometri in sella alla sua amata bicicletta. Nessuno può credere che non ci sia più».
Grande cordoglio anche tra i colleghi di lavoro, molti dei quali con lui condividevano la passione per la due ruote. «Impossibile credere che tu non ci sia più», hanno scritto sui social, «eri un amico per tutti, un collega di lavoro su cui poter contare, un padre amorevole, un marito esemplare. Ci eravamo visti appena pochi giorni fa e anche in quell’occasione, come sempre, ci avevi detto della tua uscita domenicale. Ci mancherai ma noi non ti dimenticheremo».
La salma è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale di Teramo.
(ha collaborato
Domenico Forcella)
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