Vandali a Sant’Anna, Seccia chiede controlli

Il vescovo esprime «dolore e disapprovazione» per i danni causati all’antica cattedrale

TERAMO. «Dolore e disapprovazione». Sono questi i sentimenti espressi dal vescovo Michele Seccia per l'incursione vandalica che ha danneggiato l'antica cattedrale di piazza Sant'Anna. La chiesa nei giorni scorsi è stata presa di mira da un gruppo di adolescenti che stazionano nella zona. I giovani vandali, approfittando del fatto che durante il giorno le porte dell'antica cattedrale restano aperte, hanno bivaccato al suo interno lasciando sporcizia, residui di cibo e rovinando una parte degli arredi. Seccia, tramite il responsabile dell'ufficio comunicazioni sociali della diocesi Gino Mecca, condanna «il balordo gesto compiuto ad opera di una banda di ragazzi che hanno violato l’ingresso, distrutto il confessionale, danneggiato l’altare e la statua della Madonna e fatto scempio con altri segni e gesti volgari». Il raid ha indotto don Pietro Di Mattia, parroco della chiesa di Sant'Antonio che ha sotto la sua custodia anche l'antica cattedrale, ad annullare i festeggiamenti previsti per Sant'Anna. Per Seccia si tratta di una scelta «saggia e opportuna». II vescovo, però, precisa non voler interferire nella decisione presa dal sacerdote che ha ritenuto di dover cancellare i festeggiamenti che da oltre cinquant'anni caratterizzano la ricorrenza legata al culto di Sant'Anna. «Monsignor Seccia», sottolinea ancora la nota della curia, «esprime solidarietà al parroco don Paolo Di Mattia e a tutta la comunità residente nel quartiere di Torre Bruciata». Sono stati proprio alcuni cittadini della zona, nei giorni scorsi, a segnalare alle forze dell'ordine, attraverso una raccolta di firme, i danni all'antica cattedrale e altri atti di vandalismo compiuti nella piazza più antica della città. In quella porzione del centro storico sono aumentati i controlli da parte di polizia e carabinieri ma il vescovo chiede ancora più attenzione. «E’ necessario mandare un segnale forte alla popolazione e alle autorità locali», conclude, «affinché siano assunte le necessarie e inderogabili misure di vigilanza e controllo, atte a prevenire atti di vandalismo a beni sacri e civici». (g.d.m.)

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