Vescovo e presidi: basta abusi sul web

Dieci dirigenti scolastici rispondono all’appello di Seccia dopo il caso delle foto osè: «Facciamo fronte con le famiglie»

TERAMO. Chiesa e scuola fanno fronte comune sul tema “Emergenza educativa e web”. Ieri mattina si è svolto l’incontro del vescovo con i dirigenti scolastici all’auditorium dell’istituto Di Poppa. «Dietro uno schermo e una tastiera i ragazzi si sentono potenti, senza comprendere se ciò scrivono è un bene o solo qualcosa che li gratifica momentaneamente», ha esordito il vescovo Michele Seccia, «nelle vesti di agenzie educative - come scuola, chiesa, famiglia - dobbiamo cercare di individuare insieme le radici che hanno portato ad una rottura di valori, per evitare che si verifichino fatti come quello di qualche giorno fa, che ha avuto per protagoniste le ragazzine teramane con la diffusione di foto private su internet».

All’invito del vescovo hanno risposto i dirigenti scolastici Daniela Magno dell'ambito territoriale di Teramo, Stefania Nardini degli istituti Alessandrini-Marino, Eleonora Magno dell’istituto comprensivo di Montorio, Loredana Di Giampaolo dei licei Delfico-Montauti, Lora D’Antona Catacuzzena dell’istituto comprensivo D'Alessandro, Salvatore Coccia dell'ufficio scuola della diocesi, Adriana Sigismondi dell’istituto comprensivo di Campli, Silvia Manetta degli istituti Di Poppa-Rozzi, Clara Moschella e Anna Elisa Barbone rispettivamente dell'istituto comprensivo di San Nicolò e di Alba.

«Cellulari e internet sono strumenti, dipende dall’uso che se ne fa. Per esempio nei compiti in classe, anche se ne vietiamo l’utilizzo, i ragazzi li impiegano per copiare ed evitare lo studio», dice una dirigente scolastica, «spesso ne hanno più di uno. Il primo lo depositano sul tavolo dietro richiesta dell’insegnante, l’altro lo usano di nascosto. Va bene fare prevenzione, ma non basta». L’intervento di un’altra preside riassume buona parte del dibattito: «La famiglia demanda troppo alla scuola». Se è unanime il pensiero che si debba fare qualcosa di più sul fronte genitori, i dirigenti fanno anche autocritica: «I ragazzi non accettano l’incoerenza. Dobbiamo far sì che tornino a interessarsi alla scuola, la vivano come un piacere». C’è chi propone di allungare al pomeriggio l’orario scolastico e chi si appella a «valori civili perfettamente convergenti con quelli della Chiesa per un’educazione trasversale dei giovani». È il vescovo a concludere con una proposta: «Per superare il gap tra scuola, famiglia, politica, chiesa, televisione e giovani, vogliamo creare una sinergia educativa che guardi oltre gli aspetti negativi per dar vita a qualcosa di propositivo?». A conclusione, i dirigenti scolastici hanno condiviso col vescovo il pranzo nell’istituto alberghiero.

Chiara Di Giovannantonio

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