Veterinaria: record di studenti bocciati

Esami insuperabili dopo dieci tentativi, scoppia la protesta contro i professori. Indagine interna del rettore D’Amico

TERAMO. In ogni scuola, dalle elementari all’università, ci sono docenti più o meno severi, così come ci sono studenti più o meno volenterosi. E spesso l’eccessiva intrasigenza dei primi viene usata come alibi dai secondi soprattutto se la propensione allo studio è poca.

Ma quando sono decine di studenti a lamentarsi dell’eccessiva intransigenza di alcuni docenti è il caso di fermarsi a riflettere. E’ quanto accade alla facoltà di veterinaria dove ormai da parecchi mesi alcuni esami sono diventati scogli insormontabili. Tanto che molti studenti dopo parecchi tentativi di superare gli esami in questione e altrettante bocciature, hanno deciso di “emigrare” in altre università.

A raccontare quanto accade è un gruppo di studenti. Quel che colpisce dalla narrazione degli ultimi episodi accaduti nella facoltà è la paura. Paura che la loro denuncia - le raccomandazioni di mantenere l’anonimato si sprecano e arrivano anche a chiedere di non pubblicare i nomi dei prof iperseveri perchè dalle materie si può risalire a chi è stato bocciato e quindi ha voluto protestare - possa causare un ulteriore irrigidimento degli insegnanti. Ma anche speranza che qualcuno ponga fine alla lunga serie di stroncature. «Ci sono studenti che dopo dieci appelli andati a vuoto hanno deciso di trasferirsi», raccontano, «in media ogni 10 studenti che sostengono un esame in determinate materie solo uno o due superano la prova. Un nostro collega che per sua fortuna da tempo è riuscito a fare gli esami in questione ci ha detto di aver sentito uno dei docenti dire: “Oggi non ne promuovo nemmeno uno”. Noi abbiamo assistito a tutte le prove: così è stato».

I docenti che sembrano più intransigenti sono in realtà due. Gli studenti descrivono l’incertezza di non capire quale sia il metro di valutazione, raccontano di ragazzi che avevano risposto bene a 10 domande bocciati per non aver risposto all’undicesima. O, nel caso sia previsto uno scritto che consente di accedere all’orale, i ragazzi non capiscono quanto “pesino” le risposte scritte anche in sede di orale. Capita infatti che pur avendo risposto bene a tutte le domande allo scritto, un semplice errore all’orale causi la bocciatura. «Ci sono studenti fermi da due anni», raccontano i ragazzi, «si tenga presente che ogni materia del genere comporta 4 mesi di studio in media.Tra noi c'è un vero e proprio terrore ad affrontare certi esami: sappiamo che la promozione non dipende sempre dalla nostra preparazione ma dall'umore del professore o degli assistenti. Noi riponiamo speranze nel rettore, che sembra aver capito che c’è un problema. Adesso, grazie al “patto con lo studente” hanno cambiato il modo di fare alcuni esami. Ma questi problemi sono ancora irrisolti. Per noi ritardare la laurea significa cercare lavoro più tardi e quindi perdere delle occasioni, senza contare la spesa che le nostre famiglie devono sostenere per mantenerci agli studi».

E in effetti pare proprio che il rettore Luciano D’Amico si sia interessato delle difficoltà degli studenti, sembra che abbi chiesto alle segreterie di avere i dati sui singoli esami.

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