Violenta e rapina la vicina di 70 anni: arrestato a Campli

Il giovane deve scontare cinque anni e tre mesi Confermata in Corte d’appello condanna di primo grado

CAMPLI. Michael Angelini, 31 anni, di Campli, condannato per aver violentato e rapinato una 70enne del posto, sua conoscente, è finito in carcere. I carabinieri della stazione farnese diretti dal luogotenente Marino Capponi hanno eseguito l’ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’appello dell’Aquila per violenza sessuale, lesioni personali e rapina. Il giovane era stato condannato prima dal tribunale di Teramo e poi in appello. Deve scontare cinque anni e tre mesi per i reati commessi nel 2014. A prelevarlo nella sua abitazione sono stati i carabinieri, che lo hanno trasferito nel carcere di Castrogno. Angelini si aspettava la visita dell’Arma dopo la condanna e non ha creato problemi.

Il giovane venne arrestato la prima volta a fine febbraio 2015. In primo grado il pubblico ministero Stefano Giovagnoni aveva chiesto una condanna più pesante, cioè sette anni di reclusione e tremila euro di multa, ma il tribunale fu leggermente più morbido condannandolo a cinque anni e tre mesi. Pena poi confermata in secondo grado. Secondo le accuse mossegli Angelini, passando da un ingresso secondario, si era introdotto in casa della vicina, bloccandola senza farsi riconoscere, per poi abusare di lei e portare via un oggetto in oro. Nel bloccarla le aveva impedito di fuggire e per questo, oltre a quelle di violenza sessuale e rapina, era stata formulata anche l’accusa di sequestro di persona. Oltre alla prova del dna, isolato da trecce di liquido seminale trovate in casa dell’anziana, un altro elemento che aveva portato gli investigatori sulle sue tracce erano state le telefonate fatte nel lasso di tempo in cui la donna era stata violentata. Gli inquirenti avevano infatti esaminato tutte le chiamate inviate e ricevute dai cellulari agganciate in quel momento dalla cella telefonica della zona dove abita la donna. L’attenzione degli inquirenti si era indirizzata sull’utenza del trentenne, un indizio che poi si è rivelato determinante.

L’inchiesta inizialmente era in mano al pm Laura Colica che aveva chiesto ed ottenuto, a conclusione delle indagini durate diversi mesi, l’emissione del provvedimento cautelare firmato poi dal gip Giovanni de Rensis. Alle indagini hanno lavorato i carabinieri di Campli, della compagnia di Alba Adriatica e del comando provinciale di Teramo dietro il coordinamento della procura della Repubblica. Quelli successivi alla denuncia della donna che ha portato alla condanna di Angelini furono mesi di lavoro intenso fatto di racconti, ricerca di prove utili, ricostruzioni e testimonianze.

Alex De Palo

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