Violentata dal pastore evangelico

L'accusa di un'adepta della chiesa porta l'uomo a processo

TERAMO. Violentata a 14 anni dal pastore della chiesa evangelica che frequentava: è la pesante accusa di una donna che oggi ha 24 anni. La sua denuncia ha fatto scattare un'inchiesta della procura e ha portato l'uomo a processo.

Ieri mattina la prima udienza davanti ai giudici del tribunale di Teramo in composizione collegiale (presidente Giovanni Spinosa, a latere Angela Di Girolamo e Ileana Ramundo). L'uomo (di cui non scriviamo il nome per tutelare la vittima all'epoca dei fatti minorenne) ha sempre respinto le accuse.

La donna ha presentato un cd con la registrazione di una conversazione tra lei e il pastore oggi cinquantenne. Una registrazione in cui, secondo l'accusa, si farebbero delle piccole ammissioni. Ieri mattina i giudici hanno incaricato un perito di trascrivere il contenuto della registrazione e, per il momento, non hanno accolto la richiesta della difesa di predisporre anche una perizia fonica. Una nuova udienza è fissata per il 25 novembre, termine entro cui dovrebbe essere riconsegnata anche la perizia sul cd.

La donna, che si è costituita parte civile, ha denunciato i fatti dieci anni dopo. Ai magistrati ha raccontato di non aver avuto il coraggio di farlo prima per timore di non essere creduta. Solo quando ha saputo di poter contare anche sulla testimonianza di alcuni familiari ha messo nero su bianco le sue accuse e ha deciso di rivolgersi alla polizia. Accuse pesanti che l'uomo, difeso dall'avvocato Fabrizio Acronzio, ha sempre respinto.

I fatti risalgono al 2000. A quell'epoca la ragazzina era malata e costretta a sottoporsi a varie cure ospedaliere. Insieme alla famiglia frequentava una chiesa evangelica del Teramano. Secondo le sue accuse in più occasioni l'uomo, approfittando dell'assenza di altre persone, l'avrebbe molestata sessualmente, arrivando anche a palpeggiarla nelle parti intime. Più episodi che avrebbero portato l'allora ragazzina ad abbandonare la comunità senza però denunciare. «Avevo paura di non essere creduta» ha raccontato la donna agli investigatori e agli inquirenti.

Solo nel 2008 la donna trova il coraggio di rivolgersi alla polizia per denunciare le presunte violenze sessuali anche grazie all'appoggio di alcuni familiari. Prima di farlo, però, decide di chiedere un incontro all'uomo. Incontro a cui si presenta con un registratore che le serve per imprimere su un nastro la conversazione con il pastore: un dialogo in cui, secondo l'accusa, si farebbero delle parziali ammissioni su quei terribili fatti di dieci anni prima. Poi con la registrazione la donna va dalla polizia e denuncia l'uomo per violenza sessuale. Scattano le indagini e ben presto il rapporto approda sul tavolo del pm Serena Bizzarri che chiede ed ottiene il rinvio a giudizio dell'uomo per violenza sessuale. La donna si costituisce parte civile. Ieri mattina la prima udienza del processo.

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