Violenza sui fratellini assolti due imputati su tre

Mosciano, venti mesi al vicino di casa colpevole solo degli abusi sul bimbo I giudici scagionano lo zio dei piccoli e la donna accusata di maltrattamenti

MOSCIANO. Le parole di un avvocato servono a raccontare un caso che resta aperto. Anche dopo una sentenza di primo grado che condanna l’amico di famiglia e assolve lo zio dall’accusa di violenza sessuale su due fratellini. «Se la bambina non è stata abusata allora perchè è stata allontanata dai genitori, perchè è ancora affidata ad altri, perchè sofferenza si aggiunge a sofferenza?» dice Danilo Consorti, legale dei genitori dei piccoli che si sono costituiti parte civile. Nel silenzio irreale di un’aula di tribunale chiamato a giudicare tre adulti accusati di abusi sessuali e maltrattamenti su due fratellini (che all’epoca dei fatti avevano 8 e 11 anni), la sentenza spazza via tutte le accuse allo zio e dimezza quelle all’amico di famiglia: i giudici del collegio (presidente Giovanni Spinosa, a latere Roberto Veneziano e Carla Fazzini) assolvono lo zio (difeso dagli avvocati Franca Di Giacinto e Maria Cristina Cianella) perchè il fatto non sussiste e condannano l’amico di famiglia (difeso dall’avvocato Tiziano Rossoli) ad un anno ed 8 mesi (pena sospesa) solo per gli abusi sul bambino (oggi maggiorenne e costituitosi parte civile con l’avvocatoLoredana Briganti). Non si sono formate prove del fatto che abbia abusato anche della sorellina, che abbia maltrattato entrambi. Unico reato, quest’ultimo, contestato alla donna (difesa dall’avvocato Romina Moro) che è stata assolta. Assoluzione che per lei aveva chiesto lo stesso pm Laura Colica (che ha ereditato l’inchiesta affidata all’epoca al sostituto Serena Bizzarri). Il pubblico ministero aveva chiesto sei anni per ciascuno dei due imputati uomini, ma evidentemente l’impianto accusatorio non ha convinto e nel corso del dibattimento le prove non si sono formate. I tre finiti a processo sono coloro a cui i genitori affidavano i loro figli quando dovevano lavorare. L’ambiente in cui il caso è scoppiato è quello di due famiglie di Mosciano che tirano avanti con il sostegno dei servizi sociali: nessuno dei quatto ha un lavoro fisso. Secondo l’accusa i due fratellini, dal 2003 al 2007, avrebbero subito abusi sessuali e maltrattamenti dai due coniugi e da un loro zio. Le prime a capire che quei due fratellini nascondevano qualcosa furono le due maestre della struttura pomeridiana frequentata dai piccoli. Poi la denuncia, l’inchiesta, gli arresti, il processo. Al centro due bambini che avrebbero dovuto solo pensare a giocare.

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