Voglia d’impresa tra le donne straniere 

Al timone delle 2.650 ditte ci sono svizzere e tedesche figlie di italiani emigrati, cinesi, nordafricane e romene

TERAMO. Un’impresa femminile su quattro parla straniero, una “lingua” sempre più diffusa nel panorama imprenditoriale italiano. In particolare in provincia di Teramo sono 2.650 le imprese rosa che vedono fra i propri soci e amministratori donne straniere nel secondo trimestre del 2018. Un dato in costante aumento, se si considera che nello stesso periodo del 2015 erano 2.397 e nel 2010 erano 2.055. Sono aumentate in tre anni del 9% le attività di business guidate da donne.
A essere più intraprendenti attualmente – secondo le statistiche della Camera di commercio – sono soprattutto le svizzere (594), le cinesi (403) le rumene (320). Ma in realtà, se si aggrega il dato, la pattuglia più nutrita è di imprenditrici che provengono dai Paesi dell’Est Europa: sono 615 le donne imprenditrici. Un numero quasi doppio di quello relativo a tre anni fa, quando erano solo 348. E in effetti il quadro di quest’anno è cambiato rispetto al 2015: sono in rialzo i numeri di cinesi, algerine, romene, solo per citare alcune provenienze, ma non quelli di imprenditrici in arrivo dall’Europa centro-occidentale. In effetti i cospicui numeri di imprese straniere che fanno capo a donne provenienti da Svizzera, Germania o Belgio non sono altro che la traccia dei cospicui flussi migratori che dall’inizio del Novecento hanno caratterizzato l’Italia e l’Abruzzo in particolare: sono cioè le figlie degli emigrati, nate all’estero, ma poi tornate in Italia decenni dopo insieme ai genitori.
Sempre se si considerano i gruppi, più ridotto è quello delle imprenditrici che provengono dall’Africa: se nel 2015 erano 220, adesso sono 279, soprattutto algerine (120) e marocchine (78).
Ma in quali settori è impiegato una fascia di imprese che rappresenta più o meno il 7% di tutto il sistema produttivo teramano? La maggioranza è impiegata nei servizi alla persona e nelle attività manifatturiere. Nel primo caso si tratta soprattutto di badanti, lavoro ricoperto sia dalle donne provenienti dall’Africa e dall’Est Europa, nel secondo di titolari di imprese di abbigliamento e pelletteria, che sono soprattutto cinesi. Bisogna poi considerare anche il commercio e le attività di ristorazione, in cui, anche in questo caso, è forte la presenza cinese.
Guardando, invece, all’incidenza delle iniziative straniere femminili sul totale delle imprese straniere Teramo ha una percentuale molto alta, una delle più alte in Italia: sono il 59% circa (il totale delle imprese straniere è 4.471). Si tenga conto infatti che la classifica regionale vede in testa il Molise 35,8%, seguita dalla Basilicata 35,2% e dall’Abruzzo 31,5% con una distribuzione geografica che ricalca quella femminile complessiva.
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