Atessa, Fondovalle Sangro: ripartono i cantieri

L'annuncio del presidente D'Alfonso in visita alla Sevel con il ministro Delrio davanti a 41 sindaci: «I soldi ci sono, il progetto è pronto e a metà novembre sarà definitivamente licenziato. La Fondovalle Sangro diventa realtà»

ATESSA. «I soldi ci sono, il progetto è pronto e a metà novembre sarà definitivamente licenziato. La Fondovalle Sangro diventa realtà». Il presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, lo annuncia davanti a 41 sindaci, a imprenditori e ai vertici della Sevel, la più grande fabbrica d’Europa per la costruzione di veicoli commerciali leggeri. Accanto a sé ha voluto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, in visita per la prima volta nel cuore della Val di Sangro. E non è un caso che teatro dell’annuncio sia la fabbrica del Ducato. «L’amministratore delegato Fca, Sergio Marchionne, non ha chiesto soldi o sgravi», ricorda D’Alfonso, «ma infrastrutture. Sono almeno 30 anni che più poteri hanno cercato di portare a compimento quest’opera. Anche Remo Gaspari ci sarà rimasto male di non esserci riuscito».

La Fondovalle. Il tassello mancante, cruccio anche del super ministro Gaspari, è lungo appena 5,7 chilometri, tratto compreso tra le stazioni di Gamberale e Civitaluparella. Per realizzarlo il Governo ha stanziato 190 milioni, gli ultimi 78 sono stati inseriti nel Masterplan. La copertura finanziaria iniziale, di 112 milioni, è diventata insufficiente quando, nel 2015, il progetto è stato aggiornato. L’allungamento della superstrada permetterà di evitare il passaggio dei Tir (300 al giorno) in mezzo ai centri abitati dei paesi e di creare un collegamento con il porto di Napoli. «Meno di 6 chilometri di strada che hanno dannato territori ed economie», ribadisce D’Alfonso, «è un’opera obbligatoria». Il progetto è stato depositato il 4 ottobre e aspetta la validazione del Consiglio superiore dei Lavori pubblici per andare a gara. Allo scadere di 45 giorni, come prevede l’articolo 250 del nuovo codice dei contratti, scatta l’autovalidazione. «Il cantiere aprirà dopo il giugno 2017», dice il ministro Delrio, «se non ci saranno troppi contenziosi. Infrastrutture e trasporti sono le modalità con le quali permettiamo ai territori di diventare grandi e ricchi, di acquisire competitività».

La zona industriale. Traffico su gomma, banda ultralarga per la connessione veloce e incremento della quantità di fornitura elettrica per il tessuto industriale della Val di Sangro. Sono sempre state queste le priorità del colosso Sevel e di Fca (Fiat-Chrysler), partner della joint venture con Peugeot e Citroen. A ribadirlo in 35 anni di storia della Sevel, fabbrica che ha trasformato quella che era la “valle della morte” in un distretto industriale tra i più produttivi d’Italia, sono stati tutti i direttori di stabilimento dal 1981 ad oggi. E anche l’attuale dirigente, Angelo Coppola, ha rimarcato, numeri alla mano, quanto sia importante connettere la Sevel al resto del mondo. Le infrastrutture sono la principale necessità se si pensa che all’ingresso di Sevel ogni giorno arrivano 500 camion e un treno e ne escono 215 bisarche e 8 treni carichi di furgoni commerciali che saranno venduti in tutta Europa. L’87% del prodotto Sevel è infatti esportato. Lo stabilimento, che dà lavoro ad oltre 6.500 dipendenti diretti e più di 12.500 lavoratori dell’indotto, è il più grande d’Europa e “sforna”, pronti per essere messi sul mercato, 1.160 veicoli al giorno costruiti in oltre 7.600 particolari diversi. «In Italia devono essere realizzate in fretta», commenta amaro il sindaco di Atessa, Nicola Cicchitti, «non si possono aspettare 40 anni per il completamento della Fondovalle Sangro. Siamo lieti che adesso l’opera si farà, ma probabilmente in 40 anni sono cambiati scenari e prospettive. Non si può pensare ad un’autostrada che colleghi la Val di Sangro direttamente alla Milano-Napoli?».

I porti abruzzesi. I porti di Ortona e Vasto «sono una grande realtà e vanno messi in collegamento stretto con il Tirreno, con cui ha una vocazione al lavoro. Rafforzeremo queste collaborazioni istituzionali (con l’autorità di Civitavecchia, ndr)», dice il ministro Delrio, «bisogna dire agli imprenditori che allo Stato interessa connettere i distretti industriali e quelli turistici, le due grandi forze dell’Italia». Verso questa direzione vanno altri due interventi: il raddoppio della piastra logistica della stazione di Saletti (5,5 milioni) e il completamento del binario, il cosiddetto “ultimo miglio”, a servizio del porto di Ortona (1,7 milioni).

Il viadotto Barche. Crollò parzialmente un mese dopo la sua inaugurazione nel febbraio 2013. Da allora il viadotto Barche, nel territorio di Bomba, è rimasto come monumento all’inefficienza. «Lo faremo dipingere per ricordare l’errore del passato e dopo lo abbatteremo», dice il presidente D’Alfonso, «ma troveremo anche una soluzione alternativa».

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