LA DISCARICA

Veleni di Bussi, dati choc dalle analisi Arta

Spunta un report inedito del 2015: valori raddoppiati rispetto all’anno precedente. E oggi all'Aquila riprende il processo

L'AQUILA. I livelli di contaminazione dei composti organici clorurati, tutte sostanze cancerogene e genotossiche, quindi fortemente lesive della salute, nell'area esterna alla mega discarica di Bussi sul Tirino della Montedison sarebbero raddoppiati rispetto al 2014, anno al quale risale il piano di caratterizzazione fatto elaborare dall'ex commissionario governativo, Adriano Goio.

Bussi, sulla discarica dei veleni supplemento di indagine
La commissione parlamentare d'inchiesta sulla discarica dei veleni ex Montedison riunita oggi a Bussi sul Tirino (Pescara) ha discusso la relazione e ascoltato i soggetti interessati alla bonifica del sito. Il presidente della commissione, Alessandro Bratti, ha annunciato un supplemento di indagine; il presidente della giunta regionale, Luciano D'Alfonso, ha chiesto più fondi al governo. (video di Claudio Lattanzio)

Il nuovo allarme sulla mega discarica dei veleni sulla quale ancora non ci sono stati interventi di bonifica, emerge, secondo l’Ansa, da analisi inedite, risalenti al 2015. Sui gravi fatti di inquinamento oggi all'Aquila in Corte d'Assise di Appello riprende il processo che prevede, al culmine di un fitto calendario, la sentenza entro fine gennaio. Le analisi sarebbero state commissionate all'Arta da privati cittadini che abitano a valle del sito. Si tratta di analisi integrative a quelle che la stessa Arta aveva svolto insieme a uno studio privato, nell'ambito del piano di caratterizzazione, dall'esito allarmante e mai inserito nelle carte processuali, commissionato da Goio.

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Nell'udienza di oggi sono in programma gli interventi delle parti civili costituite, tra queste in apertura, l'unica parte che ha impugnato la sentenza di primo grado, l'avvocatura dello Stato, che rappresenta il Ministero dell'Ambiente e la Regione Abruzzo: parleranno gli avvocati Cristina Gerardis, direttore generale della Regione Abruzzo, e Generoso Di Leo. Secondo quanto si è appreso, confermeranno le richieste risarcitorie del primo grado ammontanti a circa un miliardo e mezzo di euro. Nell'udienza di martedì scorso i due Pg Domenico Castellani e Romolo Como, al termine di due lunghe requisitorie, hanno chiesto per 18 dei 19 imputati le stesse condanne formulate dal pubblico ministero nel processo di primo grado che con l'accusa di disastro ambientale e avvelenamento dell'acqua, variano da un massimo di 12 anni e 8 mesi ad un minimo di 4 anni.