L'ingresso al tunnel da largo Barbella

Chieti, tunnel da 3 milioni di euro: ripartono i lavori 

Il Comune dà l’ok al completamento del collegamento pedonale tra il terminal bus e largo Barbella: l’opera è ferma da 7 anni

CHIETI. Via libera al bando di gara per completare il collegamento pedonale tra il terminal bus e largo Barbella. Con la determina dirigenziale numero 425 riparte l’iter che la passata amministrazione di centrosinistra aveva avviato nell’ormai lontano 2008, i cui ritardi rischiavano di fare dell’opera l’eterna incompiuta teatina. Se non ci saranno ulteriori intoppi, il tunnel pedonale e il relativo ascensore di largo Barbella potrebbero vedere la luce dieci anni dopo la loro ideazione.
La determina dirigenziale approva il progetto esecutivo dell’intervento per un importo di poco più di 424mila euro (di cui 228mila arrivano dalla Regione e gli altri 196mila sono fondi comunali) e prende atto di quanto stabilito dal rup, il responsabile unico di procedimento Ivonne Elia, circa le modalità di gara. Si tratterà di una gara d’appalto da svolgere con proceduta aperta per l’aggiudicazione del minor prezzo.
A bloccare per tanto tempo i lavori sono stati all’inizio problemi relativi al fallimento di una delle ditte che faceva parte dell’associazione temporanea di imprese che doveva portare a termine le opere. Il progetto esecutivo venne approvato a novembre del 2008, a maggio 2009 i lavori furono affidati all’ati composta da Tecnovie srl (capogruppo) di Isola del Gran Sasso e Iciet Engineering srl. L’importo complessivo era di poco più di 2 milioni di euro. Le opere furono in gran parte realizzate quando i lavori si arenarono a causa delle difficoltà economie dell’azienda. Nel 2012, la nuova amministrazione di centrodestra del sindaco Umberto Di Primio decise la risoluzione contrattuale nei confronti della Tecnovie, mentre nel 2014 fu approvato lo studio di fattibilità per il completamento e messa in esercizio del collegamento pedonale. Si deve aspettare sino allo scorso aprile, però, per vedere validato il progetto definitivo ed esecutivo. L’assessore comunale ai Lavori pubblici Raffaele Di Felice in effetti lo aveva annunciato già da parecchio tempo. In una interrogazione presentata a settembre del 2016 dal consigliere comunale del Pd, Alessandro Marzoli, Di Felice, ha ricordato lo stesso Marzoli, aveva promesso l’inaugurazione dell’opera già a Pasqua di quest’anno. Verosimilmente, invece, la gara sarà varata a metà del mese e, con grande probabilità, a metà luglio si saprà chi è il vincitore e, se tutto andrà senza intoppi, dopo le ferie potranno iniziare i lavori. Tra la fine dell’anno e l’inizio del 2018 il collegamento pedonale sarà finalmente in attività.
«Un ritardo che sicuramente comporterà almeno 100mila euro di costi in più», considera il consigliere comunale d’opposizione ed ex assessore ai Lavori pubblici all’epoca del varo dell’opera, Luigi Febo. «Sono costi dovuti al deterioramento di alcune componenti impiantistiche mai messe in moto e alle scelte politiche di questa amministrazione che ha sempre avversato quest’opera, salvo accorgersi della necessità ora che siamo arrivati quasi alla scadenza naturale della vita della scala mobile. Ci hanno messo del tempo», ha concluso Febo, «ma alla fine hanno capito l’importanza di quanto avevamo messo in campo, dal tunnel pedonale all’ampliamento dei parcheggi del terminal di viale Gran Sasso, tanto invocati proprio in questi giorni per il rilancio del commercio, al completamento dell’anello filoviario e al collegamento veloce tra lo Scalo e il centro cittadino. Tutte opere che avevamo inserito nel nostro piano strategico realizzato nel 2008 e che ora hanno trovato una possibilità di finanziamento».
Il terminal bus di viale Gran Sasso è uno snodo nevralgico della città. Ogni giorno vi fanno tappa i bus del trasporto extraurbano, pieni zeppi di studenti delle scuole superiori. Sotto la piazza del Terminal c’è anche il parcheggio sotterraneo. Attualmente il collegamento con il centro storico è assicurato dalla scala mobile, ma l’impianto è vecchio e tra tre anni al massimo dovrà per forza chiudere i battenti.