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Delitto Matteotti, la terza pista porta a Genova

Trovato nell'Archivio di Stato di Chieti un verbale dell'8 ottobre 1924 in cui l'imprenditore siderurgico Pio Perrone dichiara di aver svelato al deputato socialista gli scandali affaristici che stavano portando alla rovina l'Ansaldo

CHIETI. Un verbale dell’8 ottobre 1924 può cambiare il movente del delitto Matteotti? Quattro pagine in carta velina in cui un industriale siderurgico dell’epoca, Pio Perrone, dichiara di aver consegnato al deputato socialista, simbolo dell’antifascismo, documenti compromettenti sulla debacle del vecchio gruppo Ansaldo, l'industria famosa che già nei primi anni del Novecento produceva navi e aerei da guerra, possono cambiare la storia di Mussolini e della nascita del fascismo?

Delitto Matteotti, il verbale Perrone e la pista Ansaldo
Dall'Archivio di Stato di Chieti spunta un verbale che apre una terza ipotesi sul movente del delitto del deputato socialista Giacomo Matteotti (1885-1924). Si tratta della dichiarazione rilasciata quattro mesi dopo il delitto dall'industriale Pio Perrone, potente dirigente della vecchia Ansaldo, la fabbrica genovese che produceva navi e aerei da guerra. A spiegare l'importanza di queste carte è il bibliotecario e appassionato di storia Marcello Benegiamo. (video di Lorenzo Colantonio)

Marcello Benegiamo, bibliotecario dell’Archivio di Stato di Chieti, appassionato di storia, ritiene che questo verbale, pescato tra 4mila fogli del processo Matteotti, che si tenne a Chieti novant’anni fa, avvalorino dopo quella politica e quella petrolifera una terza ipotesi di movente. Quella di una guerra tra industriali e banchieri dietro il delitto che rischiò di far cadere il fascismo, e dietro la fabbrica che dopo la prima guerra mondiale risentiva della crisi e aveva bisogno di una decisiva spinta "militarista" per riprendere la produzione di mezzi bellici.

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Ma la sua ipotesi potrebbe scatenare la reazione degli storici perché, di fatto, esclude la figura chiave dal delitto: quella che l'ordine di assassinare Matteotti partì da Mussolini. In altre parole sarebbe una tesi revisionista, perchè Matteotti quel 10 giugno del 1924 venne assassinato dentro la Lancia Trevi del direttore del Corriere Italiano, il quotidiano degli industriali genovesi che aveva la redazione a Roma. Tante tracce portano a Genova e alla potente fabbrica Ansaldo, compreso il dossier di Pio Perrone finito nelle mani del deputato socialista. Anche se non esiste prova che nella valigetta che Matteotti portava la mattina del 10 giugno 1924, quando venne rapito e ucciso da un gruppo di squadristi, ci fosse il memoriale Perrone. O che ci fossero le carte ben più compromettenti di presunte tangenti pagate ad Armando Mussolini (fratello del duce) dalla Sinclair Oil per le concessioni petrolifere in Libia. Una tesi documentata e resa attendibile dall'insigne storico Mauro Canali. Quali dei due moventi è il più credibile?

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