Donna morta dopo l’intervento: medico e anestesista indagati a Chieti

Il dramma di Treglio: attesa per l’autopsia sulla 65enne operata al cuore

LANCIANO. Sono due, al momento, le persone iscritte nel registro degli indagati per la morte di Ida Sacco all’ospedale di Chieti. La donna, 65 anni, di Treglio, è deceduta giovedì scorso in Rianimazione, al policlinico di Colle dell’Ara, dopo un intervento di ablazione cardiaca considerato di routine. Dopo la denuncia dei familiari, la Procura di Chieti ha disposto il blocco dei funerali, il sequestro della cartella clinica e l’autopsia, che sarà eseguita domani dall’anatomopatologo Pietro Falco. L’ipotesi di reato, per cui sta procedendo il pm Giancarlo Ciani, è quella di omicidio colposo.

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Come atto dovuto, anche in vista dell’esame autoptico, sono state iscritte due persone nel registro degli indagati: sarebbero un medico e un anestesista in servizio all’ospedale clinicizzato di Chieti. Ida Sacco, vedova e in pensione, era in perfetta salute, tanto da aiutare attivamente i figli ad accudire i nipoti e lavorare in una pizzeria e in un hotel. L’unico piccolo fastidio che la affliggeva era legato a uno scompenso cardiaco, che la donna teneva sotto controllo assumendo un farmaco. Per risolvere definitivamente il problema alla donna era stato consigliato un intervento di ablazione in grado, secondo il parere dei medici, di risolvere definitivamente i suoi problemi di aritmia.

La procedura di aritmologia (che non è stata effettuata nell’ambulatorio della Cardiochirurgia, come precisa il primario Gabriele Di Giammarco), prenotata in primavera e programmata per il 19 settembre, doveva svolgersi in anestesia locale e durare un paio di ore. Ma all’ultimo momento sembra che la donna sia stata sottoposta ad anestesia totale. È questo uno degli aspetti su cui i figli di Ida Sacco, assistiti dall’avvocato Massimo Biscardi del foro di Pescara, chiedono di fare chiarezza. In un primo momento l’intervento, come riscontrato da uno dei figli con il personale medico, sembra essere andato bene. Ma già dal pomeriggio le condizioni della donna precipitano, tanto da richiedere il suo trasferimento in Rianimazione. Ai figli viene detto che la madre è in coma. Solo nei giorni successivi apprendono che lo stato di coma sarebbe stato causato da una prolungata assenza di ossigeno. Il motivo, però, è sconosciuto. La donna muore giovedì mattina, senza mai riprendere conoscenza. (s.so.)