Nel Villaggio un hotel per la d'Annunzio

Accordo con i costruttori: il cda dell'università vota l'interesse al complesso dei Giochi 2009

CHIETI. Il sindaco aveva dichiarato che, se fosse stato per lui, il Villaggio olimpico l'avrebbe demolito ma alla fine è stato lui l'artefice della soluzione del caso d'Annunzio-società Villaggio Mediterraneo. L'ateneo acquisirà le aree, ma finanzierà solo il polo didattico rinunciando all'auditorium al posto del quale il privato costruirà un albergo che convenzionerà con l'ateneo teatino-pescarese.

E' stato deciso l'altro ieri con delibera votata all'unanimità dal consiglio di amministrazione della università d'Annunzio. Atto finale di un'opera di mediazione tessuta da Umberto Di Primio che ha scritto eppoi convocato i rappresentanti dell'ateneo e quelli della società Villaggio Mediterraneo, cercando di arrivare a un accordo, sulla base dei Prusst, alla fine raggiunto.

Il caso di notevole complessità nasce dal vincolo ad uso di edilizia universitaria che il Comune avrebbe voluto imporre, con delibera di consiglio comunale, alle due aree nel Villaggio olimpico, davanti all'ateneo, destinate alla d'Annunzio nei primi accordi verbali alla base della realizzazione del Villaggio Mediteraneo, location che ospitò i giochi internazionali del 2009.

Vincolo ritenuto illegittimo dalla società Villaggio Mediterraneo capitanata dal costruttore Gianni Di Cosmo. La relativa delibera, arrivata in aula, qualche settimana fa, infatti non è stata votata a causa di un fuggi-fuggi di consiglieri di centrodestra. E il Comune, dopo una più attenta analisi, alla fine l'ha ritirata, ritenendo giuste le rimostranze della società che aveva già messo nero su bianco e fatto ricorso ai giudici del tribunale amministrativo con annessa richiesta di risarcimento danni per la favolosa cifra di 7 milioni e rotti. La società aveva sostenuto che il vincolo sarebbe stato un modo per il Comune di appropriarsi dei terreni del Villaggio. Infatti secondo la convenzione urbanistica, firmata quattro anni fa tra i privati e l'allora amministrazione di centrosinistra, se entro dieci anni la società costruttrice non avesse realizzato su quelle aree edifici non residenziali ma destinati a servizi, i terreni sarebbero divenuti di proprietà del Comune. Il vincolo-università, che avrebbe voluto imporre il Comune, sarebbe stato penalizzante per i costruttori che si sarebbero visti ridurre oltremodo, con una delibera in contrasto con la convenzione urbanistica, il campo di azione. Infatti nella convenzione non c'era nessun obbligo da parte dell'università di acquisire i terreni. Tant'è che l'ateneo si è ritenuto libero, mostrandosi non più interessato.

Ma i vertici della d'Annunzio, di fronte alle sollecitazioni del sindaco Di Primio, a giungere a un accordo, venerdì hanno confermato l'interesse ai Prusst, rimodulando tuttavia le sue intenzioni con la rinuncia all'auditorium. Al posto del quale nascerà un albergo costruito dai privati che la società convenzionerà con l'università. (k.g.)

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