Vasto, violenza su una 13enne disabile: condannato pedofilo di 66 anni

Sei anni di carcere ad un uomo di Pollutri. Dovrà risarcire la vittima con 30mila euro. I fatti risalgono a cinque anni fa

VASTO. Sei anni di reclusione e 30mila euro di risarcimento danni. È l’epilogo giudiziario di una vicenda che cinque anni fa sconvolse la tranquillità di Pollutri. Sessantenne lui, tredicenne lei. Uomo navigato lui, disabile, ingenua e sprovveduta lei. Al punto da divenire oggetto di abusi sessuali. Questo è quanto è emerso nel corso del processo a carico di A.D.M. (le generalità complete non vengono fornite per tutelare la vittima che è ancora minore ed è disabile).

Il protagonista, un uomo di Pollutri, è stato riconosciuto colpevole di violenza carnale ai danni di un adolescente. Il processo nei suoi confronti è iniziato nel 2011. L’ultima udienza, martedì sera, si è tenuta a porte chiuse. I genitori della vittima, addolorati per la brutta esperienza vissuta dalla piccola, si sono costituiti parte civile. A rappresentarli sono stati gli avvocati Fiorenzo Cieri e Vincenzo Mastrangelo.

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Secondo l’accusa, approfittando dell’autorità che la bambina gli riconosceva e della fiducia che sia la piccola che i genitori riponevano in lui, l’imputato avrebbe avuto in più occasioni e in diversi luoghi rapporti completi con la disabile. Ma non è stata la vittima a raccontare quello che accadeva. Le indagini sono partite in modo del tutto casuale. I carabinieri hanno ascoltato il chiacchiericcio di alcune persone del paese e i loro sospetti. Così, in maniera fortuita, era subito partita l’attività investigativa dei militari.

Contestualmente alcune frasi della bambina avevano insospettito i genitori che, quindi, hanno denunciato l’accaduto ai carabinieri. L’indagato si è sempre difeso negando le accuse e parlando di equivoci. Ma ad inchiodarlo sono state le perizie mediche. Poco importa se la ragazza fosse o meno consenziente. La legge, nei casi in cui è coinvolto un minore, non transige. I giudici, nel corso delle udienze precedenti, hanno ascoltato diversi testimoni e le dichiarazioni del padre e della madre della ragazzina.

La pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Enrica Medori, al termine di una lunga e analitica requisitoria ha chiesto la condanna per l’imputato a sette anni di reclusione. Gli avvocati Fiorenzo Cieri e Vincenzo Mastrangelo hanno rappresentato le ragioni e il tormento dei genitori della minore, fortemente provati dalla vicenda.

Il collegio giudicante (presidente Bruno Giangiacomo, giudici a latere Italo Radoccia e Fabrizio Pasquale) hanno ridotto la pena sei anni, disponendo per il sessantenne l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e un risarcimento danni stimato in 30mila euro. Alla lettura della sentenza i genitori dell ragazzina hanno abbracciato i difensori in segno di gratitudine. È probabile che il condannato, che si è sempre dichiarato innocente, ricorra in appello.

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