L'Aquila, crollo in via XX Settembre 79: assoluzioni tutte confermate

No in appello alla riapertura dell’istruttoria. Cade ancora la tesi per la quale il palazzo implose a causa di un edificio vicino. Le vittime furono nove

L’AQUILA. La Corte d’Appello esclude che il crollo del palazzo di via XX Settembre 79, dove morirono nove persone e molte altre rimasero ferite gravemente, sia avvenuto per responsabilità di qualcuno. Insomma, un’altra tragedia senza colpevoli.

Il collegio (Carla De Matteis, Maria Gabriella Tascone, Flavia Grilli) ha confermato le assoluzioni di primo grado di costruttori e tecnici che realizzarono il nuovo palazzo Belvedere situato accanto a quello imploso: Armido Frezza, Francesco Laurini, Diego Scoccia, Pietro Paoloni, Enrico De Cristoforo. Tutti erano imputati di omicidio colposo e lesioni gravissime, visto che vi furono anche dei superstiti.

Ieri i legali delle parti lese hanno chiesto ai giudici di riaprire l’istruttoria con una nuova consulenza per dimostrare quanto sostenuto invano in primo grado: il nuovo edificio “Belvedere” sarebbe stato realizzato troppo a ridosso di quello crollato e l’effetto di trascinamento e trasmissione delle scosse da un fabbricato all’altro sarebbe stato determinante a causare il collasso. Inoltre, il palazzo imploso, “Cioni-Berardi”, realizzato 50 anni fa, sarebbe stato edificato secondo le norme in vigore e, dunque, non sarebbe imploso per difetti costruttivi.

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Una riapertura dell’istruttoria sarebbe stata clamorosa. Per ottenere questo risultato le parti lese hanno evidenziato tramite i loro legali come, per esempio, un perito del pm, abbia formulato nel processo di primo grado un giudizio sulle cause del crollo, favorevole all’accusa, per poi modificarlo nella direzione opposta in una fase successiva del dibattimento. Di lì la richiesta di un approfondimento finalizzato ad arrivare a conclusioni diverse. Inoltre la perizia di ufficio del tribunale a molti sembrò sibillina. Ma il collegio, dopo due ore e mezzo di camera di consiglio, ha ritenuto di confermare l’assoluzione «per non avere commesso il fatto» condannando le parti lese alle spese di giudizio.

Questo anche sulla scorta delle richieste del pg Ettore Picardi che nella mattinata di ieri aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado.

Nel corso del procedimento, durato cinque anni e con l’intervento di dieci periti, gli imputati sono stati assistiti dagli avvocati Ernesto Venta, Ascenzo Lucantonio, Massimiliano Venta, Giuseppe Marazzita, Floriana De Cristofaro, Amedeo Ciuffetelli. «Speriamo», ha commentato quest’ultimo, «che questa sentenza serva a riportare serenità». Gli imputati, ora riassolti, hanno sempre sostenuto la loro estraneità ritenendo che se colpe ci siano state vanno cercate altrove.

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