L'Aquila, la denuncia della Caritas: "Bollette non pagate per la crisi"

Il caso delle utenze insolute al Progetto Case. Don Massimiliano: "Aiutiamo sempre più gente a mettersi in regola ma gli importi sono spropositati"

L’AQUILA. Il problema del pagamento delle bollette del Progetto Case non è circoscritto ad un botta e risposta tra il sindaco, Massimo Cialente, che accusa i benestanti della città di essere i primi evasori, e gli assegnatari degli alloggi. Tutt'altro. E' lo specchio della situazione che vivono gli aquilani, sempre più poveri. I dati forniti dalla Caritas non lasciano spazio a interpretazioni: negli ultimi sei mesi gli assistiti sono aumentati del 200 per cento. 1.200 in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli interventi complessivi della Caritas oscillano, annualmente, tra i 12mila e i 14mila e al primo posto, tra le richieste, ci sono proprio i pagamenti di bollette energia elettrica e gas metano.

«Riceviamo moltissime richieste da famiglie che alloggiano nel progetto Case o nei Map», dichiara don Massimiliano De Simone, direttore della Caritas, «nell'ultimo semestre, il peggiore degli ultimi tempi, gli interventi sono aumentati del 200 per cento. Le famiglie aquilane chiedono aiuto, in particolare, per le bollette che hanno spesso importi molto elevati, ma anche per farmaci e visite mediche specialistiche, abbonamenti e libri scolastici. Ogni settimana distribuiamo circa 40 pacchi di generi alimentari, ma la vera emergenza è quella dei saltissimo conti di luce e gas».

Una conferma della difficoltà di molte famiglie aquilane che non arrivano a fine mese, a rispettare le scadenze delle bollette. «Spesso interveniamo a sostegno dei nuclei familiari che non possono pagare l'affitto dei Map in alcuni comuni del cratere», prosegue don Massimiliano, «non si tratta solo di anziani e indigenti. Sulla soglia della povertà c'è, ormai, il cosiddetto ceto medio: monoreddito, padri di famiglia che hanno perso il lavoro o con molti figli a carico. Arrivare a fine mese è sempre più difficile e, quando arrivano le bollette, non ci sono più soldi per pagare».

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L'analisi della Caritas è semplice: alla crisi nazionale si è sommata quella legata al sisma, con centinaia di attività che hanno chiuso i battenti, fabbriche che continuano a porre i lavoratori in mobilità, gente che non ha più casa, né lavoro e non sa da dove ripartire. «Chiediamo al Comune di fare una verifica sui consumi del progetto Case e dei Map», incalza don Massimiliano, «le bollette indicano importi troppo elevati, anche per piccoli appartamenti: in molti casi oscillano tra 500 e mille euro. Le famiglie aquilane hanno reali difficoltà a far fronte ai pagamenti».

Un problema serissimo, lo definisce il direttore della Caritas, «una vera piaga sociale. Negli ultimi anni gli importi delle bollette sono raddoppiati. Laddove riscontriamo situazioni critiche le paghiamo per intero, altrimenti diamo in contributo parziale. Ma la gente non ce la fa più». Un quadro confermato da Paolo Giorgi, responsabile del Movimento celestianiano che parla di «mille famiglie aquilane con reddito Isee sotto gli 8mila euro e di continui interventi della mensa di Celestino per offrire un pasto caldo o distribuire alimenti ai poveri della città. Poveri che sono in preoccupante aumento, come sono in aumento le richieste di pagamento delle bollette di luce e gas. L'emergenza all'Aquila investe, oltre a pensionati e disoccupati, anche famiglie con figli da mantenere, commercianti e imprenditori sommersi dai debiti, precari e separati».

Monica Pelliccione

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