L'inchiesta

"Al cane non rinuncio", la passione dei pescaresi nonostante la crisi

I padroni spendono prima per Fido e poi per loro stessi. Francesca Passeri: "Acquistano meno accessori, ma sull’alimentazione non si risparmia"

PESCARA. Alimentazione sempre al top, si rinuncia agli accessori. La vita da cani in tempo di crisi è una vita con meno giochi e cappottini, ma con una scelta di biscotti, crocchette e snack da fare invidia anche al più goloso dei padroni.

È un cane umanizzato, che mangia vegano, biologico e beve pure aloe, che nel giorno del compleanno consuma il biscotto glassato con la candelina e che cura l’igiene orale con barrette al fluoro. Non è fantascienza, è la fotografia, reale, che esce ascoltando padroni e addetti ai lavori. Come Francesca Passeri, che con il fratello Filippo è la terza generazione (dopo il nonno Pelmo e il padre Franco) alla guida dello storico negozio di animali Passeri di viale Marconi. «Bisogna tenere presente che in questo momento di crisi il cane è diventato quasi un appoggio, un aiuto psicologico da coccolare ancora più di prima. È un cane fortemente umanizzato, che rispecchia le tendenze e le abitudini dei padroni. Non a caso c’è un’offerta ampissima di prodotti per l’alimentazione, e si va dalle crocchette vegane, che ci sono e si vendono, a quelle biologiche, passando per quelle con gli antiossidanti e con qualsiasi tipo di principio attivo, dal ginseng all’aloe verde. A differenza di qualche tempo fa si vendono meno gli accessori, magari si acquista un collare invece dei quattro o cinque da cambiare a seconda dell’occasione, vanno meno i giochi da mordicchiare, ma sugli snack c’è l’imbarazzo della scelta. L’ultima torta di compleanno, per cani, l’ho venduta ieri, un biscotto gigante con la candelina. Mi resta questa piccola». Due euro e 90, pare vada a ruba, come lo snack mela e yogurt da 65 centesimi o quello all’avocado, 1,99 euro.

Dunque, nonostante la crisi, anzi proprio per la crisi, il cane diventa soprattutto per anziani, single e coppie senza figli, la calamita su cui riversare coccole e ansie. «Diciamo che ci sono varie fasce di padroni», va avanti Francesca Passeri, «i ragazzi, i giovani, tendono a spendere per il collare o il guinzaglio fico, e come razze tendono a privilegiare quelle più alla moda. Ad esempio, adesso va molto il weimaraner, quello grigio a pelo raso tipo cane da caccia. Le donne di mezza età continuano a cercare i cagnolini di piccola taglia come chihuahua, maltesi e barboncini e diciamo che sono loro quelle che li viziano di più a cominciare dall’alimentazione, che curano parecchio. Discorso a parte per gli anziani che invece condividono con il proprio cane tutto quello che mangiano, torta, prosciutto, biscotti, e lì iniziano i problemi. Ma devo dire», prosegue la commerciante, «che anche l’anziano più modesto, che non naviga nell’oro, spende per il cane. Magari non comprano nulla per loro e invece al cane prendono snack e biscotti». Ma quanto si spende?

Pescara: nessuno rinuncia al proprio cane, parola dell'esperta di toeletta
Alimentazione sempre al top, ma si rinuncia agli accessori. In tempi di crisi, anche i proprietari dei cani tirano la cinghia e gli amici a quattro zampe vivono con meno giochi e cappottini, ma con una scelta di biscotti da fare invidia anche al più goloso dei padroni. Ecco la testimonianza di Santina Belfiglio, 78 anni, in 49 anni, di cui 44 passati nell’attuale locale di via Manzoni, ha lavato migliaia di cani (video di Giampiero Lattanzio, intervista di Simona De Leonardis)

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Racconta Annamaria Semproni, che in casa ha due meticci di media e piccola taglia: «Io spendo in media 45 euro al mese limitandomi a un pacco di crocchette da 15 chili. Poi ci sono le spese veterinarie, ma quelle sono rare e comunque si possono detrarre dalle tasse. Diciamo circa 25-30 euro a visita. Poi il lavaggio. Io ho fatto la card da 20 euro nel locale self-service sotto casa, e mi va bene. E poi ogni tanto mi faccio aiutare da una dog-sitter per portare i cani fuori, ce ne sono parecchie, soprattutto studentesse che prendono in media sei euro l’ora. Anche se a Pescara le aree di sgambettamento sono davvero esigue e per i cani si spende pochissimo. Pure il canile sta messo male, quando basterebbe presentare un buon progetto da farci finanziare dall’Europa».

Dodici euro e 50 alla settimana per un pacco di crocchette sono i soldi che invece spende una pensionata che chiede l’anonimato, per il suo schnauzer di 14 anni e il pincher che gli ha lasciato il nipote. «Prima compro per loro e poi, se resta, qualcosa per me». È i l cane in tempo di crisi costretto, per sua fortuna, a rinunciare a mantelline griffate e a collari luccicanti, ma che può anche avere la sventura di dover trangugiare beveroni a base di ginseng e aloe. Meglio le orecchie di suino, essiccate che sembrano patatine. «Anche quelle vanno, vanno tanto», dice Passeri.

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