Antenne di San Silvestro mai spostate, indagati due dirigenti

Nuova inchiesta sui ripetitori di Pescara: accusa di omissione per Flacco (Regione) e Piselli (Provincia)

PESCARA. Un’altra inchiesta sulle antenne di San Silvestro. Dopo la sentenza del 7 gennaio 2016 con una raffica di prescrizioni per i 18 imputati – emittenti televisive locali e nazionali – spunta un altro fascicolo. Che stavolta chiama in causa la Regione e la Provincia di Pescara per le decisioni mai prese. L’inchiesta, portata avanti dai carabinieri forestali e coordinata dalla pm Anna Rita Mantini, è ancora aperta ma ci sono già i primi due indagati: si tratta di una dirigente della Regione, Iris Flacco, e di un ex dirigente della Provincia, Gianfranco Piselli. Con le antenne delle televisioni e delle radio sempre a un passo dalle case, si apre un nuovo fronte giudiziario. Che ruota intorno a una domanda: perché Regione e Provincia non hanno mai approvato i piani per spostare le antenne da San Silvestro? A Flacco e Piselli è contestato lo stesso reato: una presunta omissione di atti di ufficio. Secondo gli atti dell’indagine, sarebbe un’omissione che si trascina da oltre 10 anni.

Flacco, 61 anni di Pescara, è accusata della mancata adozione del «piano di risanamento degli impianti di trasmissione» imposto da una legge nazionale a partire dal 2001; Piselli, 64 anni di Pescara, è coinvolto per la mancata approvazione del «piano provinciale di localizzazione dell’emittenza radio e televisiva» secondo le previsioni di una legge regionale del 2005.

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L’ultima inchiesta sui ripetitori – arrivati a San Silvestro nel 1952, benedetti come simboli del progresso e adesso maledetti come fonte di inquinamento – è figlia del processo finito senza colpevoli. E con il reato contestato all’epoca, nel 2008 con il sequestro temporaneo delle antenne, non avrebbe potuto essere diversamente: i 18 imputati erano stati accusati di «getto pericoloso di cose in concorso», un reato per il quale è previsto l’arresto fino a un mese o un’ammenda di 206 euro e che si prescrive in circa 4 anni. Ma la sentenza, già scritta, è arrivata addirittura nel 2016, con tre anni di ritardo rispetto alla scadenza della prescrizione. Però, insieme alla dichiarazione di prescrizione, la giudice Rossana Villani ha anche rimandato gli atti alla procura su richiesta del pm del caso Andrea Papalia: il giudice aveva chiesto proprio di approfondire i mancati interventi delle istituzioni emersi durante il dibattimento. E gli agenti della forestale, guidati dal comandante provinciale Giancarlo D’Amato e dal tenente colonnello Annamaria Angelozzi, hanno raccolto quell’invito: si sono presentati all’Arta e hanno acquisito i verbali del 2012 e del 2015 che fotografano ancora superamenti nei limiti dei campi elettromagnetici. «È necessario che vengano eseguite nuovamente le operazioni di riduzione a conformità ai valori di campo elettrico determinati nella precedente riduzione a conformità del 2008», recita il verbale dell’Arta del 2012 che aveva proposto nuovi sequestri delle antenne (una proposta mai recepita). Nel 2015, poi, l’Arta ha accertato valori ancora più alti fino al doppio del consentito.

Dopo le acquisizioni all’Arta, i forestali hanno interrogato Flacco e Piselli: per il piano di risanamento mai fatto, la dirigente regionale avrebbe sostenuto che la Regione e anche il Comune di Pescara avrebbero provato a compiere i primi passi ma che poi gli atti sono stati annullati dal Tar di Pescara e, quindi, che ogni tentativo di riforma sarebbe morto ancora prima di nascere; per il piano di localizzazione, Piselli avrebbe spiegato che in Provincia nessuno gli avrebbe demandato la stesura di quel documento.

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