Con la pistola da Berardo, si cerca tra i nordafricani di Pescara

I carabinieri hanno riascoltato i dipendenti e i clienti del locale, ma la risposta potrebbe arrivare dalle telecamere del Comune. Unico particolare: è senza denti

PESCARA. Al momento c’è solo un particolare che potrebbe aiutare i carabinieri a rintracciare l’uomo che alle 14,30 di mercoledì ha minacciato con la pistola i clienti e alcuni dipendenti del bar Berardo, in piazza Primo maggio. I testimoni, e in particolare la persona che ha denunciato l’episodio dopo un violento alterco con lui per futili motivi, l’hanno descritto come un mulatto sulla quarantina, con la barbetta e sdentato. È solo questo, di fatto, il particolare che potrebbe aiutare gli investigatori a risalire al nordafricano del quale sembrano essersi perse le tracce.

Ieri i carabinieri della compagnia di Pescara hanno riascoltato le persone che hanno assistito alla folle azione di mercoledì e adesso, dopo aver constatato che il sistema di videosorveglianza del locale non era in funzione al momento del fatto, quasi certamente procederanno a verificare le immagini riprese dalle telecamere del Comune, ma sempre nell’ipotesi che possano essere arrivate a riprendere anche lo spicchio del locale, l’angolo tra piazza Primo Maggio e corso Umberto, dove è avvenuto il tutto.

Un lavoro certosino ma necessario quello degli investigatori, per rintracciare l’uomo che alle 14,30 di un pomeriggio estivo, agli sgoccioli della pausa pranzo, si è sentito libero di sfoderare una pistola dentro il gazebo di uno dei locali più frequentati e prestigiosi della città, per poi rimettere la pistola nel marsupio e allontanarsi indisturbato in sella a una bicicletta grigia, verso il lungomare. Per questo i carabinieri si stanno muovendo anche nel mondo dei nordafricani, per cercare di risalire all’identità dell’uomo che, a detta del principale testimone, era visibilmente alterato, presumibilmente sotto l’effetto di alcol o droga.

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«Ero andato a prendere un gelato da Berardo con mia moglie, mia figlia e una sua amica», ha ribadito il commerciante che ha denunciato il fatto, «questa persona è arrivata con la bicicletta avvicinandosi alle duie ragazze che stavano legando la loro bici al palo. Prima gli ha chiesto se volevao fare a scambio, poi ha iniziato a importunarle chiedendogli insistentemente il nome. A quel punto sono intervenuto io ma quello per tutta risposta ha preso a urlare e a inveire, anche contro alcuni dipendenti del locale intervenuti nel frattempo, che non lo volevamo perchè era marocchino. Quindi ha lasciato la bicicletta si è avvicinato fin sotto il tendone del gazebo e dal marsupio ha tirato fuori la pistola urlando a tutti di uscire. E poi ha ripreso la bicicletta e si è dileguato. Una cosa assurda, che non può succedere».

(s.d.l.)

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