Crisi dell'industria in Abruzzo: in tre anni 109 vertenze

Sabato la mobilitazione davanti alle quattro prefetture: i sindacati chiedono l'apertura di una vertenza regionale. Il vice presidente Lolli: il territorio deve difendere le sue imprese

PESCARA. Sono 109 le crisi aziendali aperte in Abruzzo negli ultimi tre anni, con una accelerazione negli ultimi mesi in coincidenza con l’introduzione dei nuovi ammortizzatori sociali. I sindacati da tempo hanno chiesto alla Regione Abruzzo l’apertura di una “Vertenza Abruzzo”. E sabato prossimo Cgil, Cisl e Uil manifesteranno davanti alle prefetture dei quattro capoluoghi abruzzesi sui temi dello sviluppo, della previdenza, del welfare, del “lavoro che non c’è” (gli appuntamenti sono a Chieti ore 10 in Corso Marrucino, L'Aquila ore 10 in Corso Federico II, Pescara ore 11 in Piazza Italia e Teramo ore 10 in Largo San Matteo).

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«Una mobilitazione», spiegano i sindacati», «a sostegno delle richieste al governo per aumentare i finanziamenti alle politiche sociali e favorire la crescita, in un momento molto delicato per la nostra regione, con l’Abruzzo che fatica e riprendere il cammino dello sviluppo e a creare quel nuovo lavoro di cui avverte la drammatica necessità».
Tra le crisi industriali sul tavolo della Regione e del ministero preoccupa in particolare quelle della Honeywell di Atessa. I dipendenti sono in sciopero da oltre 20 giorni per scongiurare una chiusura o un ridimensionamento incomprensibile se si escludono le logiche di mera delocalizzazione (ne parla l’assessore Lolli di lato): «Il sito ha tutti gli indici positivi, produttività, redditività e costo del lavoro contenuto, numerosi e ripetuti incentivi statali e regionali», spiegano i sindacati. Sul territorio si è aperta una vera e propria gara di solidarietà con la creazione dell’associazione Salviamo la Honeywell, e un conto corrente dedicato alla Bcc di Lanciano. Il Comune ha organizzato una serata di musica e beneficenza sabato prossimo con la partecipazione di gruppi locali.
Un altro fronte molto delicato è quella della Hatria, l’azienda di sanitari di Sant’Atto. Ieri il deputato Paolo Tancredi (Alternativa popolare) e il consigliere regionale Giorgio D’Ignazio hanno chiesto «un filo diretto con il ministro per lo sviluppo Economico, Carlo Calenda». I lavoratori dell'Hatria storica azienda teramana produttrice di sanitari, da settimane protestano contro i 55 licenziamenti preannunciati dall'azienda. La procedura per i licenziamenti collettivi scadrà il 15 ottobre. Nei giorni scorsi i lavoratori avevano ricevuto la visita dell'ex leader Fiom Maurizio Landini. Finora sono stati inutili i tentativi di accordo da parte della Regione. Una schiarita sembra invece arrivare dal fronte della Halliburton di Ortona, azienda che opera nel campo degli idrocarburi. La società aveva avviato durante l’estate trenta procedure di mobilità nei confronti di altrettanti lavoratori ( 26 operai e quattro impiegati), su un totale di 104 occupati. Nei giorni scorsi in Regione si è arrivati a un accordo di massima che prevede dieci uscite volontarie con incentivi.
Restano infine le tante crisi che attraversano i call center, il commercio, il terziario, le piccole e micro aziende abruzzesi, soprattutto artigiane, che sono quelle che non fanno grandi fatturati ma fanno i grandi numeri dal punto di vista dell’occupazione.
Nel frattempo l’Abruzzo ha messo in campo anche interventi sulle politiche attive del lavoro, mentre è di qualche giorno fa la notizia del via libera ai contratti per le aree di crisi di Abruzzo e Marche in attuazione del “Progetto di riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi industriale complessa di “Val Vibrata - Valle del Tronto - Piceno”, approvato con accordo di programma del 28 luglio scorso. La misura promuove la realizzazione di iniziative imprenditoriali nell’area di crisi abruzzese e marchigiana. Le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate a Invitalia (soggetto gestore) a partire dal 25 ottobre e fino al 24 novembre.
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