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Il punto nascita di Penne chiuso dal 15 novembre

L’Asl di Pescara ha fissato la data di dismissione dell’Ostetricia. Rigettate tutte le istanze che chiedevano di salvare il reparto del San Massimo

PENNE. Adesso è ufficiale, a partire dal prossimo 15 novembre non si nascerà più all'ospedale San Massimo. Lo scorso 30 giugno, il direttore generale della Asl di Pescara, Claudio D'Amario, ha firmato la delibera di disattivazione del punto nascita del presidio ospedaliero vestino, che dalla metà del mese di novembre non sarà più operativo.

Il provvedimento, immediatamente esecutivo, è stato pubblicato sull'albo pretorio online della Asl di Pescara lo scorso 2 luglio. Il documento firmato dal manager è stato accettato e condiviso anche dal direttore amministrativo Domenico Carano e dal direttore sanitario Lucia Romandini. A nulla sono valsi gli appelli, le manifestazioni e le rimostranze dei comitati cittadini e del sindaco, Rocco D’Alfonso.

Nel corso dell’ultima riunione del comitato ristretto dei sindaci, con D’Amario e l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, il primo cittadino di Penne chiese che il provvedimento di chiusura dei quattro punti nascita privi dei requisiti e degli standard necessari per restare aperti (Atri, Ortona, Sulmona e Penne appunto) venisse sospeso e riconsiderato.

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La Regione e la Asl di Pescara, a quanto, però, non hanno presdo in considerazione la richiesta e hanno deciso anche il giorno di chiusura del reparto ostetrico vestino. Il punto nascita del San Massimo, pur avendo i numeri ben al di sotto rispetto allo standard dei 500 parti annui previsto dalla legge per rimanere in vita, ha rappresentato e rappresenta a oggi un punto di riferimento importantissimo e vitale per tutta l’area vestina e per diversi Comuni del Teramano.

Il futuro delle partorienti della zona, oltre alla chiusura dell’importantissimo reparto pennese, dovrà quindi fare i conti con una viabilità che negli anni ha rappresentato un vero e proprio tallone d’Achille. Nemmeno due mesi fa, una gestante tedesca da qualche tempo residente tra Penne e Farindola è stata costretta a partorire a casa con l’aiuto del marito poiché l’ambulanza da Penne non sarebbe arrivata in tempo considerando le strade martoriate dell’entroterra pescarese.

«Come amministrazione comunale continueremo a invocare la deroga che abbiamo sostenuto fino a oggi, mantenendoci assolutamente contrari al decreto di chiusura del punto nascite di Penne», commenta il sindaco Rocco D’Alfonso dopo aver appreso la data di chiusura del reparto di Ostetricia dell’opsedale.

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