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In mille per Gabriele: «Tutti ti volevamo bene»

Grande dolore e commozione: lo studente 17enne del Volta di Pescara è morto due mesi dopo la scoperta di una grave malattia

SPOLTORE. Le urla strazianti di dolore di mamma Alessandra, abbracciata alla bara bianca del figlio Gabriele, hanno squarciato ieri mattina il silenzio che avvolgeva la piazza antistante la chiesa di Santa Teresa d'Avila. Se n'è andato troppo presto Gabriele Pietrangelo, adolescente di Cavaticchi, volato in cielo lunedì sera, a soli 17 anni, per una grave malattia che in due mesi ha spezzato la sua giovane vita. Per l’addio al ragazzo c'erano più di mille persone. Tanti i compagni dell'istituto industriale Alessandro Volta, di Pescara, dove Gabriele frequentava il quarto anno.

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Gli studenti si sono presentati sul sagrato della parrocchia stringendo una rosa bianca tra le mani. Per la scuola, hanno partecipato ai funerali anche la preside, Maria Pia Lentinio, il vicario Diego De Leonardis e tutti i docenti dello sfortunato studente. In chiesa, accanto al feretro, lo stendardo dell'istituto listato a lutto. «Non si poteva non essere amico di Gabriele. Era un ragazzo splendido che studiava con profitto, con un carattere socievole e generoso», le parole della dirigente scolastica. Il 17enne non era tornato in classe dal periodo della nevicata di gennaio, giorni in cui a papà Marcello Pietrangelo e mamma Alessandra è stata comunicata la terribile diagnosi della malattia che aveva colpito il loro giovanissimo figlio, che fino a quel momento aveva sempre goduto di buona salute. «Ma non sembrava una forma troppo aggressiva», racconta un compagno di classe di Gabriele, «infatti con lui ci tenevamo in contatto, parlavamo sempre. Diceva sempre che, tutto sommato, si sentiva bene. Poi invece, l'altra sera, la situazione è precipitata. Non riusciamo ancora a credere che Gabriele non ci sia più».

Proprio in questi giorni, l'istituto Volta stava organizzando la scuola a distanza per Gabriele, con un insegnante che lo avrebbe seguito a casa o in ospedale e le video-lezioni su Skype. Non c'è n'è più bisogno. Il ragazzo ha perso la sua battaglia, la malattia si è preso la sua vita. Le note dell'Ave Maria lo hanno accolto ieri nella chiesa di Santa Teresa, tra due ali di folla commossa, con i carabinieri e gli agenti di polizia municipale di Spoltore che hanno fatto il saluto alla bara che sfilava verso l'altare, seguita dai familiari straziati dalla sofferenza.

«A una certa età si può capire ma così giovane è difficile da comprendere» dice il parroco, don Cleto Panaccio. «Gabriele era buono, un ragazzo in gamba sul quale si poteva contare. La sua è stata una vita breve ma intensa. Sul piano umano è inspiegabile una tragedia del genere, ma oggi la fede deve avere il sopravvento sull'umano. Dio l'ha voluto con sé e questo deve diventare motivo di consolazione». Tante le frasi di affetto e di cordoglio dedicate a Gabriele sul registro delle presenze all'ingresso della chiesa.

La frase più tenera e commovente, quella della sorellina Chiara, 14 anni. A fine messa, oltre al toccante messaggio di addio della zia, un compagno di scuola ha letto una poesia scritta quando è venuto a conoscenza della morte dell'amico. «Per noi eri importante Ga'» ha detto il ragazzo al microfono, «infondevi ottimismo in tutti noi. Ti volevamo bene. Addio, anzi arrivederci, che la terra ti sia lieve». Tra la folla, per l’addio a Gabriele, rappresentanti dell'amministrazione comunale e della Spoltore Calcio.

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