Montesilvano

La moglie di Pavone: con lui lite continua

L'inchiesta sul delitto, ecco i verbali dell'interrogatorio di Raffaella D’Este e il racconto della lite con il marito. La donna al pm Mantini: avevo una relazione con Gagliardi perché mi faceva stare bene. Ma da qui a...»

PESCARA. Ha scelto di restare in silenzio, Raffaella D’Este, la donna che da domenica 16 piange il marito Carlo Pavone, l’ingegnere informatico di 43 anni morto a un anno dal coma dopo essere stato raggiunto da un colpo di arma da fuoco sotto casa. D’Este è estranea all’inchiesta che ha portato in carcere con l’accusa diventata di omicidio il suo amante Vincenzo Gagliardi e, in questi mesi, ha continuato a lavorare alle Poste; eppure, il pm Anna Rita Mantini è dalla donna che cercò delle risposte per capire cosa fosse accaduto al marito il 30 ottobre 2013.

Venti novembre 2013: D’Este sale al quarto piano della procura e viene ascoltata dal pm e dal capitano dei carabinieri Eugenio Stangarone. E’ quello il tempo in cui la procura sta battendo la pista passionale, è a caccia del movente, quello che molti mesi dopo il gip sintetizzò così: «Gagliardi ha sparato per amore». Ecco la versione di D’Este nella sua deposizione di 119 pagine che spazia dalla lite con il marito, dieci giorni prima l’agguato, fino al suo rapporto con Gagliardi.

Pm Mantini: «Dunque la giornata del 30, allora lei ci ha raccontato dei rapporti un po’ difficili, tesi diciamo tra suo marito e lei della settimana precedente».

D’Este: «Sì! E’ stata una lite pesante, sicuramente la peggiore in assoluto» (...)

Pm: «Lei è andata via dopo quella giornata?»

D’Este: «Sì, ho dormito a casa mia a Caramanico. Ho dormito lì, ho parlato con mia sorella, ho detto che ero lì, di non preoccuparsi e mi sono alzata presto» (...)

Pm: «Litigavate per gli stessi motivi?»

D’Este: «Sì e per la prima volta abbiamo iniziato a parlare di separazione».

Pm: «Da quel giorno in particolare, anche da prima, per suo marito questo problema familiare era diventato un problema ossessivo?»

D’Este: «No!»

Pm: «Lui ne parlava con chiunque…»

D’Este: «Io per carattere sono molto più riservata, mio marito invece...qualunque cosa lo sanno tutti, ma è il suo modo di essere. Io invece, per carattere, anche se mi sta capitando la cosa più terribile di questo mondo non ne parlo...»

Pm: «A che ora è tornata a casa il 30?»

D’Este: «Allora io sono tornata… che giorno della settimana era mi scusi,… mi perdoni?... mi aiuti, mi aiuti!»

Voce maschile: «Mercoledì»

D’Este: «Allora io, come tutti i giorni, esco dal lavoro intorno alle 16 meno qualcosa, quel giorno mi sono fermata dieci minuti ma non di più, forse neanche quindici, intorno ai dieci minuti al parcheggio… al parcheggio…»

Pm: «Con Gagliardi… ma scusi Gagliardi doveva farle la revisione della macchina, no?»

D’Este: «E tra le altre cose in passato gli avevo detto se mi poteva fare questo favore e me lo ha fatto quella mattina. Era in ferie».

Pm: «Perché era in ferie?»

D’Este: «Perché mi sembra che dovesse fare le ferie e mi aveva detto che si sarebbe preso una serie di mercoledì».

Pm: «Ma perché il mercoledì?»

D’Este: «E io non lo so»

Pm: «No, perché proprio quel mercoledì».

D’Este: «No, mi ricordo che.., mi ha detto che avrebbe fatto qualche mercoledì a casa».

Pm: «Tre ne ha fatti» (...)

Pm: «Torniamo al 30 per piacere, lei non si ricorda quando è tornata a casa, è vero?... precisamente quattro e mezza?... le cinque?... non lo sa!.»

D’Este: «Io sono andata a prendere i ragazzi, alle qua… li ho presi alle quattro e un quarto, poi… »(...)

Capitano Stanagarone: «Lei si deve ricordare signora, lei deve fare uno sforzo per ricordare e lo deve fare seriamente perché fino ad adesso ha dato delle versioni che non sono convincenti… quindi si sforzi».

D’Este: «Ma io…»

Capitano: «Per cortesia, perché…»

D’Este: «Ma le pare, scusi!»

Capitano: «No, le pare niente, io le sto dicendo si deve sforzare di fare… perché non stiamo parlando della preistoria» (...)

Pm: Come viene fuori questo tema delle zucche? Vai a buttare l’immondizia? (...)

D’Este: «Sotto in garage c’è una stanza ma piccolissima dove ci sta un po’ di materiale, ci sono due buste fuori: quella è la spazzatura, dissi a Carlo, se la vuoi buttare. Francamente dottoressa io non avrei dato...niente, ero sicura che non l’avrebbe fatto, non ho pensato per un attimo che ci sarebbe andato»

Pm: «Quella sera quanto tempo è rimasto sotto?»

D’Este: «Mezzora? Noi l’abbiamo cercato fino a quando mio figlio ha detto papà non c’è» (...)

Pm: «Dopo questa conversazione della zucca che non sa collocare prima o dopo o durante sembra abbia una nebulosa»

D’Este: «Uh»

Pm: «Come se una persona abbia voluto rimuovere o abbia assunto qualche farmaco...»

D’Este: «No, no» (...)

Pm: «Era forte il legame con Gagliardi?»

D’Este: «Mi sono sempre sentita molto sola e in questa persona invece avevo un appoggio costante, una presenza costante, un affetto costante ed era una presenza che... mi faceva... mi faceva stare…(...)

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Pm: «Bene!»

D’Este: «Bene, però da qui a...»

Pm: «Cioè, nel bilanciamento tra l’inferno di casa sua...»

D’Este: «Cioè per me anche soltanto...»

Pm: «Che a causa di questa persona si...» (...)

Pm: «Sapeva qual era l’ammontare del patrimonio di suo marito?»

D’Este: «Mai saputo, non mi ha mai permesso di sapere più di tanto, mi parlava talvolta dei loro interessi, della situazione del padre ma sempre in forma molto...» (...)

Pm: «Era molto benestante, questo le consta?»

D’Este: «La famiglia di mio suocero sì (...) Io nel corso degli anni avevo messo da parte dei risparmi, perché sono sempre stata un formichina»

Pm: «Quindi i danari non erano un problema?»

D’Este: «No, ecco io mi sono sempre sentita molto sicura e tranquilla del mio..Non ero una che andava a chiedere i soldi».

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