Madre e figlio uccisi a Pescara, attesa per l'interrogatorio dell'assassino

Il duplice omicidio di via Tibullo. Chernish confessa ma sostiene di essersi difeso: dopo essere stato aggredito per rapina, avrebbe a sua volta ucciso  Arkadiusz Miksza (22 anni) e sua madre Kystyna (53), Oggi l’autopsia, domani alle 11 l'interrogatorio. Gli investigatori: decisiva la collaborazione fornita dai cittadini

PESCARA. Le prime risposte sulla morte di Arkadiusz e Krystyna Miksza sono arrivate ieri, dal medico legale Ildo Polidoro. Il giovane sarebbe stato colpito da una ventina di fendenti, oltre che dalle bastonate, e avrebbe riportato una deformazione del cranio, mentre la madre sarebbe morta a causa delle coltellate, all’incirca venti anche per lei, e i colpi letali sarebbero quelli al collo. Sarà sempre Polidoro, questa mattina, ad occuparsi dell’autopsia sui due corpi mentre è stata fissata a domani mattina (mercoledì 27 gennaio) alle ore 11, l’interrogatorio dell'assassino da parte del gip.

leggi anche: Madre e figlio uccisi a Pescara, l'assassino si difende: "Volevano rapinarmi, mi hanno aggredito e ho reagito" Il duplice omicidio in via Tibullo. L'assassino si era trasferito da pochi giorni nella casa del ragazzo polacco ucciso con la madre: "Mi hanno aggredito perché volevano il mio portafogli". L'assassino e la giovane vittima avrebbero assunto droga prima del litigio

Ricostruendo l’accaduto il questore Paolo Passamonti ha parlato di «un brutto fatto di sangue» risolto «con tempestività e in perfetta sintonia» dal personale della squadra mobile e dai carabinieri del Nucleo investigativo, diretti da Pierfrancesco Muriana e dal maggiore Massimiliano Di Pietro.

C’è stata una «collaborazione a tutto tondo» e il giallo è stato risolto nel giro di poco, ha aggiunto il comandante provinciale dei carabinieri, Paolo Piccinelli, anche grazie alla collaborazione fornita dalla donna che vive al piano sottostante la mansarda, che ha lanciato l’allarme, e a un giovane che passeggiava con il cane e ha notato il borsone abbandonato in strada da Maksym Chernysh, accusato del duplice omicidio, come ha fatto notare Di Pietro.

«La sua è stata una fuga disorganizzata», ha sottolineato Muriana spiegando che l’ucraino ha tentato di rubare un Doblò e ha lasciato tracce ovunque, oltre che nel bilocale. Quella mansarda ora appare come «un disegno splatter, tanto è il sangue trovato sulla scena del crimine».

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(f.bu.)

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