Metropolitana dell'Aquila: 14 anni di lavori inutili

Doveva collegare l'ospedale al centro della città, ma il tracciato non è mai stato completato e ora il Comune vuole smantellarlo

L’AQUILA. Tredici milioni di euro per rovinare le strade, che ancora oggi, a distanza di 14 anni, portano tristemente i segni di un’opera nata male e finita peggio. Della metropolitana di superficie che doveva collegare l’ospedale San Salvatore al centro dell’Aquila, passando da via Roma, restano solo le barre metalliche che costituiscono il tracciato sul quale avrebbero dovuto correre i treni elettrici, pagati per buona parte e mai consegnati.

Delle condizioni pessime in cui versa il manto stradale, lungo le vie interessate dai lavori per la realizzazione del tracciato, ne sono perfettamente consapevoli automobilisti, ciclisti, pedoni. Basta un po’ di ghiaccio, e quelle strade diventano una trappola. E il paradosso è che, tramontata definitivamente l’avventura della metropolitana, il Comune (e quindi i cittadini), dovrà spendere molti altri soldi, davvero tanti, per rimuovere quelle barre metalliche lungo il percorso.

Era il 2002, all’epoca della giunta Tempesta, quando il Comune decise di realizzare l’opera del costo di circa 30 milioni di euro in valuta attuale. I lavori furono affidati alla C.G.R.T, facente capo all’imprenditore Eliseo Iannini. Dei 30 milioni, 20 provenivano da un finanziamento statale; gli altri 10 avrebbe dovuto versarli il raggruppamento temporaneo di imprese che aveva ricevuto l’incarico in project financing. Sulla carta il metrò, come venne ribattezzato, doveva essere «il fiore all’occhiello» della città, con i suoi 5 chilometri di percorso e un bacino di utenza stimato in 20mila passeggeri al giorno, un dato certamente sovrastimato rispetto al reale movimento di viaggiatori. Tra contenzioso civile, penale, amministrativo, l’unica evidenza certa è che l’opera non è stata mai completata. Lo Stato però ha tirato fuori 13 milioni. I restanti 7, dopo la revoca della concessione disposta nel 2009, sono stati destinati al miglioramento della mobilità urbana nel Comune dell’Aquila. E oggi, a 14 anni di distanza, il Comune ancora fa i conti con altre iniziative giudiziarie intraprese dalla C.G.R.T che chiede altri soldi, e si parla di svariati milioni, a titolo di risarcimento per non aver potuto completare il progetto.

Due professionisti incaricati di valutare la situazione, al costo di altri 150mila euro cadauno, avevano proposto una transazione per chiudere definitivamente la questione. Il primo consigliava di pagare quasi 8 milioni alla ditta, il secondo 5. Della metropolitana di superficie dell’Aquila si è occupata anche l’Unione europea, che ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, non convinta che si trattasse effettivamente di un affidamento in project financing. Infine, l’anno scorso, la vicenda è approdata alla prima commissione comunale, presieduta dal consigliere di Sel Giustino Masciocco, che ha deciso di rendere pubblici tutti gli incartamenti che hanno segnato la storia. Sono tutti sul sito del Comune, e a oggi, la situazione non è mutata di una virgola rispetto all’anno scorso.

Se non altro, l’intervento della commissione prima, e quello del vice sindaco Nicola Trifuoggi poi, hanno bloccato il pagamento della transazione. Il contenzioso è ancora aperto, e il rischio dover dare altri soldi alla ditta esiste, anche se va detto che fino a questo momento il Comune ha vinto tutti i ricorsi.

«Una battaglia che non sono ancora riuscito a vincere», ha detto Trifuoggi, «a oggi, è quella della rimozione del tracciato. Ci vogliono troppi soldi». La copertura pare non sia possibile, secondo i tecnici comunali.

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