Penne, il grande spreco delle tre incompiute

Complesso sanitario del Carmine, carcere e centro termale dell’Acquaventina: nel giro di quattro chilometri il tour delle cattedrali nel deserto

PENNE. Solo quattro chilometri, un tragitto breve per gli amanti delle passeggiate, dividono le tre grandi incompiute di Penne: il carcere, l'ospedale del Carmine e il centro termale dell'Acquaventina. Tre maxi strutture accomunate dal loro perenne stato di degrado e, soprattutto, dallo sperpero di denaro pubblico che hanno prodotto nel corso degli anni. Si sono avvicendate amministrazioni locali, regionali e provinciali, ma niente è nessun è riuscito a trovare uno sviluppo possibile per le tre opere incompiute. Il carcere, abbandonato da oltre 25 anni, che si trova in prossimità dell'area verde dell'oasi naturale del Wwf, nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto essere una struttura mandamentale, ma le inadempienze e il fallimento delle imprese, le inefficienze amministrative e le modifiche legislative hanno partorito esclusivamente l'ennesima cattedrale nel deserto. Oggi la struttura, rimasta esclusivamente uno scheletro di cemento armato, dopo diversi tentativi di riconversione falliti (si era parlato di una scuola d’alpinismo o di un impianto fotovoltaico), è stata messa in vendita, a 363.535 euro, senza successo, dall'attuale amministrazione comunale.

Risalendo la strada che dall'oasi naturale del capoluogo vestino va verso il centro cittadino, invece, si trova l'incompiuta pennese per eccellenza: l'ospedale del Carmine. La maxi struttura sanitaria, iniziata a fine anni '60 e costata all'epoca oltre 25 miliardi di vecchie lire, doveva essere un ospedale psichiatrico, ma con la legge Basaglia e la conseguente abolizione dei manicomi venne deciso di farne un centro all'avanguardia per la geriatria. Furono acquistati tutti gli arredi e le attrezzature necessarie, per un costo aggiuntivo di oltre un milione di euro, e l'imponente struttura fu dotata anche di una sala convegni da circa 300 posti. Tutto ciò da anni è nell'abbandono assoluto.

L’ultima grande incompiuta, il centro termale, si trova nei pressi dell’antica fontana dell’Acquaventina, anch’essa abbandonata tra erbacce e rifiuti. L’edificio, costato circa 2 miliardi di vecchie lire, è da molti anni in completo stato d’abbandono: sono state rotte porte, finestre e portati via ogni tipo di suppellettili. Nel 2005 la Provincia stanziò ulteriori 150 mila euro per il recupero della struttura termale che oggi, nonostante sia stata inserita dall’amministrazione comunale nel piano triennale delle opere pubbliche, non sembra possa essere portata a compimento, così, come per non fare un torto alle altre due “sorelle” incompiute del capoluogo vestino.

Francesco Bellante

©RIPRODUZIONE RISERVATA