Pescara, il sindaco incontra Maggitti dopo la bufera delle “Iene”

Alessandrini e l’assessore Sulpizio chiedono al capo dei vigili una relazione dettagliata sul caso della multa al questore Paolo Passamonti

PESCARA. Una relazione dettagliata sui fatti accaduti, tenendo conto anche di quanto emerso nella trasmissione “Le Iene”. La richiesta anticipata dal sindaco di Pescara, Marco Alessandrini, e dall'assessore alla Polizia municipale, Adelchi Sulpizio, al comandante dei vigili urbani, Carlo Maggitti, nel corso di un incontro che si è svolto oggi per discutere della vicenda della multa al questore del capoluogo adriatico. Intanto, come già anticipato da Alessandrini nei giorni scorsi, al direttore generale dell'ente, Carla Monaco, è stato affidato il compito di ricostruire tutti gli aspetti amministrativi della vicenda, a partire dai fatti legati alla multa del 2011 fino agli ultimi accadimenti, quali l'audizione in commissione del comandante e l'intervista citata.

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L'obiettivo è quello di appurare, per quanto nei poteri del Comune e del sindaco, i fatti accaduti e i comportamenti, al fine di verificare se si ravvisino condotte incongrue. «All'esito di tali risultanze - fa sapere il Comune in una nota - verranno assunti provvedimenti o iniziative». La vicenda della multa al questore è tornata alla ribalta dopo che la trasmissione televisiva "Le Iene" la scorsa settimana ha mandato in onda un lungo servizio girato a Pescara, interamente dedicato alla vicenda, e nel quale sono stati intervistati tutti i protagonisti, da Maggitti al questore Paolo Passamonti.

Il video in poco tempo è divenuto “virale” sui social network, con centinaia di commenti e condivisioni. Subito dopo la trasmissione, il Movimento 5 Stelle di Pescara ha annunciato la presentazione di un esposto in Procura per «verificare i fatti, viste le discordanze emerse». I pentastellati, che chiedono a gran voce le dimissioni del comandante, hanno anche annunciato una mozione di sfiducia nei confronti del presidente della commissione Controllo e vigilanza, Carlo Masci, che nel corso della seduta avrebbe consentito a Maggitti di non rispondere, «nascondendosi dietro il segreto istruttorio».