Pescara, «Radioterapia? Ripassi tra 6 mesi» 

Stop al servizio notturno, si allungano le liste di attesa. L’Asl: presto il nuovo apparecchio. La denuncia di Pettinari (M5s)

PESCARA. Radioterapia oncologica: il servizio notturno dalle 21 alle 24 è stato interrotto da alcuni giorni probabilmente per mancanza di fondi. E l'acceleratore lineare, nuovo di zecca, che sarebbe dovuto entrare in funzione a fine giugno, è ancora fermo perchè mancano alcuni interventi finalizzati all'avvio del congegno, tra cui la messa a punto della dosimetria dei fasci di energia per i trattamenti delle diverse neoplasie.
A ciò si aggiunge la fatiscenza del vecchio acceleratore lineare, acquistato nel 2003, che resta attivo anche fino a otto ore al giorno per le terapie dei malati. Vengono trattati tutti i tumori: mammella, stomaco, testa e collo, torace, polmone, addome, prostata, utero e linfomi vari in collaborazione con il reparto di Ematologia. Si profilano disagi per i pazienti che vanno ad allungare le liste di attesa fino a sei mesi.
E' l'allarme lanciato dal consigliere regionale del M5S Domenico Pettinari che attraverso una interpellanza, nei mesi scorsi, sollecitava il presidente della Regione Luciano D’Alfonso e l’assessore regionale alla programmazione sanitaria Silvio Paolucci all'acquisto di altri acceleratori lineari, in sostituzione del vecchio, ed una apparecchiatura di brachiterapia per il trattamento dei tumori ginecologici per una spesa complessiva di 5 milioni di euro.
Ad affiancare Pettinari nella battaglia per migliorare i servizi del reparto (che conta 5 medici , 10 tecnici e 2 infermieri, tre sono andati in pensione e situato al seminterrato del presidio ospedaliero) , l'ex primario di Radioterapia oncologica Marco D'Alessandro, 63 anni, originario di Vacri e residente a Treglio, nel teatino, ed ex direttore del Dipartimento diagnosi e cura della Asl (comprendente radioterapia, oncologia medica, anatomia patologica, medicina nucleare e fisica sanitaria) andato in pensione qualche mese fa e mai sostituito.

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«Anche fuori dall'ospedale proseguo la mia battaglia», dice l'ex dirigente rimasto in carica nove anni, dal 2009, «per un atto di rispetto nei confronti dei tanti pazienti che ora, con la sospensione del servizio notturno andranno ad allungare le liste di attesa da 4 a 6 mesi. Senza il turno dalle 21 alle 24, sospeso a fine giugno scorso, vengono penalizzati sedici pazienti, tanti quanti era possibile trattarne in quelle tre ore serali, che si affiancavano ai 52 pazienti giornalieri, circa uno ogni quarto d'ora trattati durante il turno dalle 7 alle 21».
A tale disagio si aggiungono le problematiche del vecchio acceleratore vetusto che di tanto in tanto si blocca.
«Gli acceleratori lineari», spiega D'Alessandro, «andrebbero sostituiti ogni 10-12 anni, invece siamo arrivati al quattordicesimo anno, un tempo non più sostenibile per un apparecchio che non si spegne mai per otto ore consecutive. Bisognerebbe acquistarne un altro e rimpiazzare il vecchio».
Nel febbraio scorso, l'azienda sanitaria dava l'annuncio dell'arrivo del nuovo acceleratore lineare sistemato in un bunker ristrutturato. Tra il posizionamento dell'apparecchio per la cura dei tumori e il rifacimento dei locali, sono stati spesi un milione e mezzo di euro. Ma la nuova apparecchiatura non è mai entrata in funzione, malgrado lo start fosse previsto entro il 30 giugno scorso. «La ditta che deve farlo partire», conclude l'ex primario, «ha chiesto due mesi di proroga a cui se ne devono aggiungere altri due per la messa a punto della dosimetria dei fasci di energia».
Ma l'azienda sanitaria rassicura: «Il nuovo acceleratore sarà in funzione molto prima della fine dell'anno».
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