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Pescara, sempre più giovani vogliono i pitbull

Novecento esemplari registrati a Pescara dal Duemila

PESCARA. Quasi novecento pitbull, solo sul territorio di Pescara, registrati dalla Asl all’anagrafe canina regionale dal Duemila a oggi: un numero consistente secondo gli addetti ai lavori che raccontano di una razza tornata di moda, ma rivisitata e corretta rispetto al passato. Non più il pitbull come simbolo di potere e virilità, spesso messo alla prova nei combattimenti clandestini finalizzati alle scommesse (come quelle scoperte e sgominate dalla squadra Mobile nelle periferie pescaresi una ventina di anni fa), ma il pitbull come cane da compagnia. Da esibire, come purtroppo capita ai cani di razza, ma non solo.

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Un fenomeno che lascia però perplessi nel momento in cui, come hanno segnalato numerosi lettori, ci si imbatte nel pitbull senza museruola o addirittura che scorrazza libero in spiaggia o al parco. Perché l’equivoco è proprio questo: cancellato il passato da razza terribile, i nuovi padroni tendono a far passare il cane, peraltro «creato» proprio per i combattimenti di fine Ottocento (pit sta per arena, bull per toro: toro dell’arena) come un cane qualsiasi. Dimenticando istinto e attitudini di una razza che, come sottolineano i veterinari, se non è aggressiva con l’uomo (deve venire addestrata a questo) lo è però con gli altri animali.Ed è comunque impegnativa.

«Il problema», spiega Carmelita Bellini, guardia zoofila di lunga esperienza e attualmente presidente del centro adozione Dog village di Montesilvano, «non sono i cani ma i padroni improvvisati. Da noi, al Dog village, i ragazzi vengono a chiederci esclusivamente pitbull. Ma i pitbull soprattutto, come tutti in cani in generale, non si possono dare al primo che capita. Occorre preparazione, e bisogna conoscere carattere e caratteristiche dell’animale».

Ma il problema, forse anche per la crisi, è che sono aumentati gli allevamenti casalinghi che, per pochi soldi, 150-200 euro al massimo consentono a chiunque di mettersi in casa un pitbull o un american staffordshire terrier (del tutto simile al primo) che negli allevamenti riconosciuti costano tra i mille e i duemila euro.

Allevamenti casalinghi e non abusivi, nel senso che chiunque può far fare la cucciolata al proprio animale salvo poi rivenderne i cuccioli in nero. A Pescara, uno dei posti dove sembra facile avere un pitbull è la zona del Ferro di cavallo, ma come riferisce Carmelita Bellini, «la vendita a quattro soldi avviene dappertutto, anche nei centri come Penne, Cappelle, Montesilvano. Tutti vendono i cani, soprattutto adesso che c’è la crisi». Vendita a quattro soldi che, se soddisfa il desiderio del momento, può però trasformarsi in un incubo per il nuovo padrone che, magari impreparato, non trova migliore soluzione che abbandonare il cane. L’ultimo arrivato al Dog Village di Montesilvano è proprio un cucciolo di pitbull.

«Ma in generale», fa notare Bellini, «da noi sono aumentati proprio i cani di razza: solo quest’anno ho dato cinque labrador e tre jack-russel che erano stati abbandonati. Fortuna poi che, di contro, sono aumentate anche le adozioni, una media di una al giorno, perché la gente si sente più sola».

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