l'inchiesta

Pescara, tentato omicidio, il figlio contro la madre: "Voleva ucciderlo lei"

Michele Gruosso si difende dalle accuse di voler uccidere il patrigno: "L'aggressione era per dargli una lezione, e il Gatorade l'ho buttato"

PESCARA. Si è dichiarato innocente, e per dimostrarlo Michele Gruosso, il 22enne arrestato con la madre Daniela Lo Russo per il tentato omicidio del patrigno, ha raccontato tutta la sua verità, ammettendo l’aggressione architettata nei confronti del marito della madre (ma solo per dargli una lezione), e scaricando ogni responsabilità su di lei.

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Davanti al pm Di Stefano e al gip Sarandrea durante un’ora e mezza di interrogatorio in tribunale, assistito dall’avvocato Leonardo Casciere, Gruosso ha raccontato di aver assecondato la madre solo fino all’aggressione del patrigno la sera del 10 luglio, pensando che gli si dovesse dare solo una lezione, per questioni diverse dal rapporto tra moglie e marito che pure pare fossero in fase di separazione. Ma quando ha percepito che la madre stava andando oltre, Gruosso si sarebbe tirato fuori. Tanto da buttare, invece di portarlo al patrigno in ospedale come insisteva la madre, quel Gatorade sospetto, secondo l’accusa avvelenato ad arte con le pasticche di Coumadin sciolte a botte di 3-5 alla volta per rendere fluido il sangue del povero 52enne di Spoltore e portarlo incontro a morte certa per qualche emorragia interna.

È così che per la prima volta, ieri mattina si sono divise le strade di madre e figlio, legate finora a doppio filo da un’intesa rafforzata da una vita vissuta l’uno all’ombra dell’altra vita visto che Daniela, rimasta vedova a vent’anni, ha cresciuto da sola quel figlio rimasto senza padre ancora prima di nascere. Un rapporto molto forte tra i due e che Daniela (sarebbe questa la linea difensiva di Gruosso) avrebbe in qualche modo sfruttato per coinvolgere l’inconsapevole figlio nel suo progetto criminoso. Una versione, questa, che di fronte al giudice ha creato formalmente una situazione di contrasto tra le posizioni di madre e figlio, entrambi accusati di tentato omicidio ed entrambi assistiti dall’avvocato Casciere che per questo, avendo già assistito Michele nella sua ora e mezza di interrogatorio ha dovuto rinunciare per motivi deontologici alla difesa della madre. Motivo per cui l’interrogatorio della Lo Russo previsto ieri è stato rinviato a oggi con un nuovo difensore.

Una circostanza che ieri non ha evitato alla Lo Russo di andare in Tribunale dove, come già successo anche il pomeriggio dell’arresto, sabato scorso, ha manifestato sintomi che lei ha riferito essere riconducibili ad attacchi epilettici e che i sanitari del 118, anche quelli arrivati ieri in Tribunale, non hanno però riscontrato. Ma ieri è stata anche la giornata Edwin Andrey Mosquera, il colombiano di 30anni residente a Silvi ai domiciliari per le lesioni procurate al 52enne la sera del 10 luglio a colpi di mazza da baseball su commissione di madre e figlio. Difeso dall’avvocato Alessandro Arienzo, il 30enne ha ammesso di aver aggredito quella sera l’uomo sotto casa, a Santa Teresa di Spoltore insieme a un’altra persona che ha detto di non conoscere, confermando anche di essere stato contattato da madre e figlio.

Sul compenso di cui si parla nell’intercettazione tra lui e Gruosso, 400 euro, Mosquera ha riferito anche che quei soldi facevano riferimento ad altre questioni e che comunque l’aggressione non sarebbe stata fatta per soldi. Madre e figlio l’avrebbero contattato attraverso una conoscenza in comune, proponendogli di dare una lezione al 52enne per una “colpa” che ha ben motivato il 30enne a fare quanto richiesto. Ma con questa ammissione Mosquera, il cui avvocato chiederà la revoca o la sostituzione della misura, ha anche escluso ogni responsabilità nel tentato omicidio non avendo mai conosciuto queste persone prima di essere contattato da Michele tramite una terza persona. E oggi tocca a Daniela Lo Russo, la madre di Michele Gruosso, vedova e moglie dell’uomo che, secondo l’accusa, aveva deciso di uccidere.

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