Pescara, università: rettore e dg, scatta l’inchiesta bis

Nomine dell’ultim’ora: il pm ipotizza un nuovo abuso. Commissario, scelta tra Frati e Paleari

PESCARA. Il colpo di coda innesca l’inchiesta bis sui vertici decapitati dell’Ateneo. Carmine Di Ilio e Filippo Del Vecchio, rettore e direttore generale dell’università D’Annunzio interdetti per sei mesi dal gip Antonella Redaelli, da ieri sono indagati per un nuovo abuso. Le nomine a prorettore di Michele Vacca, decano dell’Ateneo, e dell’avvocato Antonio D’Antonio come vice dg, decise da Di Ilio e Del Vecchio nel giorno dell’interdizione, sono illegittime. Lo dice il pm Giancarlo Ciani che ha aggiunto un “capo G”, per l’abuso, alle altre ipotesi di falso ideologico, vari abusi e violenza privata, già contenute nella misura interdittiva, ed ha informato i difensori di Di Ilio e Del Vecchio, gli avvocati Marco Spagnuolo e Stefano Rossi, della nuova accusa. Ieri mattina, la terza sezione della Squadra Mobile, sotto la guida di Francesco Costantini, ha eseguito un blitz al rettorato per sequestrare due atti. Il primo, protocollato alle 13 di lunedì, con cui Di Ilio aveva conferito a Vacca la qualifica di prorettore alla vigilia del Senato accademico, previsto per oggi, in cui, all’ultimo punto, ricompariva come uno scheletro che esce dall’armadio, la delibera incriminata della progettazione dell’ex caserma Bucciante. Quella costata l’interdizione. Il secondo atto, protocollato alle 14.04 di lunedì, porta invece la firma di Del Vecchio che nominava D’Antonio suo successore. Ma rettore e dg hanno saputo di essere stati interdetti solo alle 15,30 di lunedì quando l’atto del gip è stato ad entrambi notificato.

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Qualcuno li ha avvisati, c’è stata una fuga di notizie. Ma non potevano comunque fare alcuna nomina perché, di fatto, erano già stati interdetti. Per la misura vale il giorno di emissione non l’ora della notifica. L’autorità giudiziaria ha prontamente avvisato il Miur della nuova inchiesta, trasmettendo al ministero dell’università i due atti sequestrati che lo stesso Miur ha ritenuto nulli. Ma il blitz della polizia ha sortito anche un effetto deterrente immediato spingendo Vacca ad annullare il senato di oggi e a rinunciare alla nomina di prorettore, come dimostra questo documento inviato, tra gli altri, al ministro Valeria Fedeli: «Il professor Michele Vacca, in qualità di Decano del corpo accademico dell’Ateneo “G.d’Annunzio” di Chieti-Pescara, ha convocato in data odierna alle ore 11 i direttori di dipartimento a seguito dei provvedimenti di interdizione (...). Il prof. Vacca ha dichiarato di non avere assunto la carica di prorettore vicario e invita i colleghi ad un confronto e ad una elaborazione delle iniziative da porre in essere per la gestione della emergenza. I direttori concordano nell’esprimere piena fiducia al prof. Michele Vacca in qualità di decano, conferendogli mandato a rappresentare l’Ateneo presso la sede ministeriale e auspicando che possano essergli attribuite condizioni adeguate alla gestione dell’Ateneo nel periodo di vacatio. I direttori confidano inoltre che il ministero possa fornire al più presto un supporto dirigenziale per le funzioni amministrative», firmato: Gaetano Bonetta, Marcello Buccolini, Sergio Caputi, Carlo Consani, Paolo Fusero, Pierluigi Lelli Chiesa e Michele Rea. È una supplica al Miur di non inviare un commissario, ma di limitarsi a una soluzione soft, una sorta di subcommissario. La partita del commissario si sta giocando in queste ore. I papabili sono Luigi Frati (ex rettore della Sapienza), e Stefano Paleari (ex rettore di Bergamo). Così come Di Ilio sta decidendo di dimettersi. Un’uscita di sicurezza di siloniana memoria.