Pescara

"Sì alla Fondazione-museo per la collezione Di Persio"

Il sindaco Alessandrini ha annunciato l’intenzione di vedere le opere d’arte dall’inestimabile valore che l’imprenditore e la moglie vogliono donare alla città

PESCARA. Dopo la visita di Vittorio Sgarbi la notte di Natale, uno dei tanti studiosi che si è interessato all'importante raccolta d'arte dell'imprenditore pescarese Venceslao Di Persio, oggi è il sindaco Marco Alessandrini, a voler visitare quanto prima il tesoro che Pescara conserva e che rischia di perdere.

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La vicenda della Collezione Di Persio svelata dal Centro è uno snodo delicato per la storia culturale cittadina. In gioco c'è una collezione di opere pittoriche dell'Ottocento di enorme valore artistico, raccolte da Di Persio e dalla moglie Rosanna Pallotta in 30 anni di ricerche in tutto il mondo.

La raccolta. Una raccolta che guarda alla scuola napoletana e a quella francese di Barbizon, ospitando autori come Courbet, Mancini, Daubigny, De Nittis, Theodore Rousseau, Morelli, Troyon, Cammarano, Georges Michel, Michetti, Jules Dupre, Michele Tedesco e Diaz de la Peña, per citarne alcuni, che riceve richieste di prestito di opere per importanti esposizioni internazionali e che tuttora è corteggiata, per una donazione, da istituzioni culturali ed enti in Italia e all'estero, per tutte il Museo d'Orsay.

Il progetto. Perché è un progetto destinato alla comunità quello a cui pensano i coniugi Di Persio, attraverso la costituzione, nella ex sede della Banca d'Italia di viale D'Annunzio, di una Fondazione che realizzi e gestisca un Museo con tutta la raccolta, messa così a disposizione della collettività pescarese con un nuovo centro culturale.

A impedire di fatto questo progetto, tra traversie burocratiche e giudiziarie, c'è un cavedio di troppo, ovvero una diversa interpretazione da parte del collezionista e dei suoi tecnici da un lato, e della Soprintendenza per i beni architettonici dall'altro, sulla possibilità di chiudere la "corte" interna dello stabile al fine di recuperare quella superficie necessaria per rendere museabile la ex struttura bancaria acquistata per questo scopo da Di Persio.

Il sindaco. «Ero al corrente da tempo del valore dei dipinti e della volontà della famiglia di metterli a disposizione della città attraverso il progetto della Fondazione-museo», dice il sindaco, «come sono al corrente del fatto che gli uffici comunali, da noi attivati appena conosciuta la vicenda, stanno cercando di dirimerla, affinché un patrimonio così bello e importante possa essere visto e goduto dalla comunità. Sarà mia premura andare appena possibile a vederla di persona sia per dimostrare l’attenzione dell’amministrazione a una storia che mette insieme arte e senso civico, sia per godere della vista di opere che autorevoli istituzioni ci invidiano dall’Italia e dall’estero, ma che sono vicinissime alle realtà di tutti e potrebbero diventare un’attrazione di altissimo livello per la città».

L’assessore. E dal Comune arriva anche il commento dell’assessore al Patrimonio culturale Paola Marchegiani. «Il Comune sta cercando di risolvere i problemi tecnici legati al progetto del museo e della Fondazione» spiega Marchegiani, «conosco la collezione, ho avuto modo di vederla appena insediata, peraltro stimolata a farlo dall’ex sindaco Carlo Pace. Conosco anche Di Persio e la sua signora come due persone appassionate dell’arte, tanto da riuscire a ospitare degli autentici capolavori e da volerli mettere a disposizione della nostra città. Trovo che sia un gesto molto bello, come ritengo che da parte di un’amministrazione pubblica sia un obbligo attivarsi e risolvere i problemi tecnici quando c’è un patrimonio così rilevante da promuovere e aprire alla fruibilità di tutti».

La sentenza. Di mezzo, però, c'è una sentenza del Consiglio di Stato che impedirebbe a Di Persio di portare avanti il proprio progetto. Anche se le dichiarazioni di sindaco e assessore lasciano immaginare un possibile ruolo mediatore del Comune tra le diverse posizioni di questa vicenda, ormai di evidente interesse pubblico. E lasciano anche sperare in una prossima tavola rotonda per trovare delle possibili soluzioni, coinvolgendo il collezionista e i responsabili della Soprintendenza, soluzioni che, nell'interesse collettivo, scongiurino la fuga da Pescara della prestigiosa Collezione Di Persio.

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