Terremoti e social network: "Attenti ai messaggi catastrofisti"

Facebook è diventato il primo luogo dove scambiare informazioni dopo il sisma. Con tutti i rischi del caso perché sono il terreno prediletto per complottisti e di chi sfrutta questi eventi per generare paura

L’AQUILA. Il dilemma è sempre questo: resto a casa o prendo torcia, giacca e coperta e affronto una notte fuori? Ogni volta che c’è un evento sismico importante si ripropone. Così l’altra sera, dopo le scosse di magnitudo 5.4 e 5.9, sono stati in tanti a scegliere la seconda opzione riempiendo parcheggi condominiali, aree sosta di supermercati – specie i Carrefour che hanno il servizio “acca 24” – oppure spazi aperti come piazza Italia a Santa Barbara. Qualcuno è rimasto a tirare tardi in centro. Non prima, però, di aver esorcizzato la paura sui social network.

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Tanto che ora Facebook è diventato il primo luogo dove scambiare informazioni. Con tutti i rischi del caso. Sì perché piattaforme come questa sono il terreno prediletto per complottisti, ed ecco che la magnitudo rivista della scossa delle 21.18 (da 6.3 a 5.9), dovuta a un mero fatto tecnico-strumentale, spinge in molti a tirare in ballo teorie di ogni tipo.

Al Coc (Centro operativo comunale) riaperto proprio mercoledì sera dopo una settimana di chiusura, dicono che in queste ore sta accedendo qualcosa di peggio. «C’è qualcuno che su Whatsapp si diverte a fare messaggi vocali in cui si parla dell’arrivo imminenti un terremoto devastante», riporta una funzionaria. «Il problema è che la gente è già in allerta. Annunci catastrofici di questo tipo, senza alcun fondamento, rischiano di causare solo panico».

Sotto la guida della dirigente Enrica De Paulis e del consigliere comunale con delega alla Protezione civile, Giuliano Di Nicola, funzionari e volontari coordinano l’apertura di alcune aree di accoglienza.

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La prima ad essere operativa è quella di Murata Gigotti a Coppito, a cui fa riferimento un gruppo specifico di Protezione civile. Decine di persone si sono ritrovate nella sala interna dove i volontari hanno distribuito bevande calde. Qualcuno si è presentato con le coperte per restare a dormire. Tra le altre aree di accoglienza Tempera, Pagliare di Sassa, Bagno e piazza d’Armi.

L'ufficio resta aperto ad oltranza, mentre fuori c'è un'atmosfera elettrica, tra rallentamenti per strada e passeggiate forzate.