Zona sud a rischio alluvione il Genio civile: stop cemento

Nuovo stop al piano di rilancio dell’area intorno all’ex Cofa dove l’altra notte sono stati appiccati dei roghi in due edifici fatiscenti destinati all’abbattimento

PESCARA. Due incendi dolosi (secondo i carabinieri) nella stessa notte e nella stessa zona, in via Magellano e in via Doria, ai danni di due edifici fatiscenti, in attesa di demolizione come l’ex Cofa lì a due passi, il vecchio mercato ortofrutticolo ai piedi del ponte del Mare diventato il simbolo del degrado e dell’abbandono di questa fetta di città.

È Pescara sud, l’area destinata al rilancio strategico cittadino, la terra promessa dei costruttori che invece vedono allontanarsi ancora una volta la possibilità di realizzare quello che finora è solo un grande disegno sulla carta, adottato dalla giunta Mascia nel 2012 ma mai approvato dal consiglio comunale che si arenò sulle osservazioni di quel progetto: il piano particolareggiato 2, una sorta di mini piano regolatore che prevede palazzi, verde e servizi nella zona che abbraccia il lungomare sud fino allo stabilimento le Canarie (fino alla Madonnina, sulla sponda nord del fiume), via Andrea Doria (fino a piazza della Marina) e via Magellano.

Un piano che risale al 1993, adottato dalla giunta Mascia a giugno del 2012, ma osteggiato da una serie di sgambetti politici e ricorsi e che ora rischia di saltare insieme agli interessi e ai sogni di gloria di chi ci ha investito. Imprenditori del calibro di Toto, Di Properzio, De Cecco, Lamante, Di Carlo e Mammarella che rischiano di finire al tappeto dopo che il Genio civile ha detto che lì, in tutta quell’area, non si può costruire perchè la zona è a ridosso del fiume, a rischio esondazione.

Un parere contrario, acquisito dall’autorità di bacino che è l’organo regionale competente sui fiumi, che risale allo scorso febbraio e che è stato impugnato formalmente davanti al Tar dall’ex giunta Mascia che su quella zona voleva invece lasciare, non senza polemiche, la firma del cambiamento e della ripresa a colpi di «grattacieli» circondati da verde. Ma l’udienza, che ci sarebbe dovuta essere la scorsa settimana, il 4 dicembre, è stata rinviata al 12 febbraio su richiesta della nuova giunta Alessandrini.

Un appuntamento a cui l’ex assessore all’Urbanistica Marcello Antonelli «padre» del Pp2 era invece pronto a presentarsi forte della messa in sicurezza degli argini e di altri interventi idraulici in via di realizzazione nella zona a ridosso del fiume, ma che la nuova maggioranza ha preferito rinviare. L’obiettivo dei nuovi amministratori, legati a doppio filo al governatore della Regione Luciano D’Alfonso che si è occupato personalmente della questione, è cercare di ottenere che in questo breve lasso di tempo venga rivisto il piano dell’autorità di bacino, da cui dipende il parere del Genio civile, proprio alla luce degli interventi lungo le sponde del fiume, vale a dire la messa in sicurezza degli argini e opere di contenimento come la realizzazione di varchi in acciaio destinati a impedire il deflusso dell’acqua in gravi situazioni di piena.

«Senza il parere del genio civile l’area è inutilizzabile», afferma l’ex assessore Antonelli, «l’unico auspicio è che si possa risolvere tutto velocemente perchè davvero rappresenta l’area più strategica per far ripartire l’edilizia e l’economia. Si è perso fin troppo tempo».

«Colpa della fronda dalfonsiana che avevo nella mia maggioranza», attacca l’ex sindaco Luigi Albore Mascia, «mi riferisco ai vari Dogali e Di Biase che hanno impallinato gran parte dei miei atti. Il freno, anche per questo piano particolareggiato 2 è stato politico, come per tante cose che stavo facendo per la città, a cominciare dal teatro nell’area di risulta per cui avevo già pronto il progetto preliminare».

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