Antonio Conte, allenatore dell'Inter

PALLA AL CENTRO

La mano di Conte c'è, quella di Sarri no

Non sono tanto gli otto punti in più conquistati rispetto allo stesso periodo della passata stagione a rendere merito al lavoro di Antonio Conte in sella all’Inter. È la forza espressa dai nerazzurri, la compattezza e lo spirito di squadra che il tecnico salentino ha infuso prima alla Juve, poi alla Nazionale e infine al Chelsea. E che oggi si riconoscono in un’Inter che ha impiegato poco tempo a prendere le sembianze e le caratteristiche che sono tipiche delle formazioni guidate da Conte. Ha imposto subito la sua filosofia, in campo e fuori. Qualunque siano i risultati a fine stagione saranno da ascrivere ai dettami che l’allenatore ha portato e che la società ha fatto propri. Un uomo solo al comando all’Inter: si chiama Antonio Conte. Non più anarchia nerazzurra, ma una dittatura che dovrà esaltare la forza del collettivo. Ad esempio, quella della difesa di granatieri a cui il Milan sabato sera non è riuscito nemmeno a fare solletico. Certo, la stagione è lunga e non mancheranno i momenti difficili. Però, la mano di Conte si vede, ha avuto bisogno di meno tempo del previsto. Basti pensare alla Juve. Non ha più quella solidità difensiva tipica di quando c’era Allegri al timone e non mostra il gioco fluido e dominante abituale delle squadre di Sarri. È nel bel mezzo di un processo di trasformazione, pericoloso e tempestoso. “Questa Juventus non potrà mai giocare come il Napoli di Sarri” sono parole (pronunciate dal tecnico bianconero) che in parte rivalutano il lavoro di Allegri. Che più volte aveva sostenuto come la Juve non poteva giocare diversamente. Ora la squadra campione d’Italia si trova in una terra di nessuno alla ricerca di un’identità e, soprattutto, di equilibrio. Tanti gol incassati, troppi. E non solo sui calci piazzati. È dal precampionato che certe lacune difensive sono evidenti. Alla lunga le qualità dei singoli non basteranno per ribadire una superiorità manifestata negli anni e ora più che mai in discussione. Tanto per farla breve: finora la mano di Conte s’è vista, quella di Sarri no. E poi c’è il Napoli, la cui forza è chiara dalla passata stagione. La squadra gioca a memoria e questa volta sembra avere una rosa più profonda e variegata.
@roccocoletti1.

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