Ecco il Lotto zero, scusate il ritardo

Letta e Matteoli aprono metà della tangenziale progettata nel 1983

TERAMO. A trent'anni dall'idea, a 28 dal primo progetto, a 23 dal cantiere bloccato da Pannella, a 14 dal nuovo progetto e a 12 dall'avvio dei lavori, Teramo ha la sua tangenziale sud. Anzi, mezza tangenziale. Perché da ieri è percorribile solo la prima metà del Lotto zero.

LA RETORICA. C'è un'evidente sproporzione tra le dimensioni dell'opera - una strada a una sola corsia di neanche tre chilometri - e l'evento gonfio di retorica che ieri, baciato dal primo sole primaverile, ne ha segnato l'inaugurazione a Porta Romana. Si sono scomodati il braccio destro del premier Gianni Letta, il ministro per le Infrastrutture Altero Matteoli, il presidente dell'Anas Pietro Ciucci e il capo della Protezione civile Franco Gabrielli. Oltre, ovviamente, al governatore Gianni Chiodi. Simile spiegamento di forze a Teramo non si vedeva da un pezzo e forse il motivo sta proprio nei tempi, che hanno reso mitica un'opera qualunque. Essere riusciti ad aprirne un pezzo dopo tanto tempo è sembrato alla politica una grande impresa, da celebrare in pompa magna. E così è stato. Tra elicotteri bianchi e auto blu, tricolori al vento, inni nazionali, folla più o meno festante e immancabile porchettata finale, presidente Anas e sindaco hanno autocelebrato le rispettive capacità di «non mollare», «non rassegnarsi», «insistere». Come a dire: se non ci fossimo impegnati noi, questa strada non ci sarebbe.

LA REALTÀ. Il controcanto alla retorica era nelle cose stesse, ma va detto che anche nei discorsi delle autorità c'è stato spazio per apprezzabili toni autocritici. Sia l'Anas che il sindaco, prima di elogiarsi, si sono scusati per il ritardo. Ciucci ha preso impegni sull'apertura del secondo tratto (gara d'appalto entro luglio, poi un anno di lavori) e Letta ci ha scherzato su: «Speriamo che i tempi non siano quelli del primo tratto, altrimenti io non ci sarò». Matteoli ha ribadito: «Meglio far prima di 25 anni, così ci siamo tutti». Nessuno, almeno a parole, ha poi dimenticato le vittime del Lotto zero, quei cittadini che hanno avuto le case lesionate dagli scavi e inagibili. La loro rabbia si è manifestata silenziosamente, con striscioni e cartelli; poi alcuni hanno incontrato Letta. Dal Governo al sindaco, è stato tutto un prendere impegni per loro. Peccato che, nel frattempo, l'Anas resista in giudizio a oltranza.

L'APERTURA. Dopo il taglio del nastro la strada è rimasta chiusa ancora per ore. Molti automobilisti convinti che l'apertura fosse contestuale alla cerimonia hanno tentato invano di prendere il Lotto zero a Cartecchio e si sono ritrovati sull'A24, direzione Val Vomano. Diverse le proteste giunte in redazione. Nel pomeriggio l'Anas ha cominciato ad aprire un ingresso alla volta e si sono create le prime file. Ma poche ore di apertura non bastano a chiarire dubbi e perplessità sulla mini-tangenziale. Che sono tanti, dalle terribili pendenze dello svincolo di Porta Romana all'effettiva utilità: lo sviluppo urbanistico della città avviene da decenni a nord, dalla parte opposta rispetto al Lotto zero. Nel cassetto di Chiodi c'era - e adesso è in quello di Brucchi - il progetto di una variante nord. «Quella sì strategica», ammette Chiodi. Per farla ci vogliono 100 milioni. Auguri.

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