Lotto zero, lo stop degli sfollati

Da nove anni fuori di casa: chiedono i danni al Comune

TERAMO. L'odissea dei proprietari delle case lesionale al Lotto zero non è finita per tutti. Se ultimamente sono stati sottoscritti diversi accordi fra Anas e proprietari, sono rimeste fuori alcune abitazioni, probabilmente le più lesionate. E' il caso dello stabile in vico del Pero 5, piccola traversa di Porta Romana.

In questo caso i proprietari hanno ricevuto una comunicazione in cui il Comune avvisa che domani si svolgerà un sopralluogo superficiale nel fabbricato. Questo ha allarmato non poco i proprietari, che dopo 9 anni di tira e molla, non ci vedono chiaro. E il loro legale, Vincenzo Di Nanna, ha inviato una lettera di diffida al Comune.

Il legale cita la lettera inviata dal Comune ‹‹nel cui testo, con sorpresa, si può leggere: "il 31 maggio dalle ore 10 in poi i tecnici di questo ufficio effettueranno una visita di sopralluogo sull'edificio per verificare lo stato dei luoghi e in particolare le condizioni statiche strumentali determinabili a vista". In questa missiva è inoltre citato un misterioso allegato dell'Anas, in realtà mai spedito. Quali convicenti argomenti ha mai sottoposto l'Anas al Comune per ottenere una verifica vanamente attesa (e pretesa) per oltre 9 anni dai proprietari? E cosa deve intendersi con "determinabili a vista"? E' mai possibile che un così semplice e superficiale (se non inutile) accertamento a vista sia stato programmato solo dopo che, per 9 anni, i miei assistiti sono stati privati della loro proprietà? Un'omissione così grave, a parere di chi scrive, ben può dare fondamento a un'azione di risarcimento danni, che i miei assistiti proporranno direttamente contor il Comune di Teramo››.

In definitiva i proprietari ritengono che una semplice "visita" non sia sufficiente e sospettano che nella lettera dell'Anas non allegata, si chieda la revoca dell'ordinanza di sgombero. Questo, unito al fatto che girano voci che l'Anas non voglia più pagare gli affitti agli sfollati, potrebbe mettere i proprietari in una posizione "scomoda" in qualsiasi tipo di trattativa.
Il legale chiede a questo punto che ‹‹le verifiche siano estese alle condizioni statiche delle fondamenta, in parte "collassate", certamente gravemente danneggiate, al punto da porre seriamente in dubbio la tenuta statica di un edificio che, giova ricordarlo, insiste su strade di proprietà del Comune di Teramo. Arbitraria, non corretta, ed inutile, appare del resto una verifica che sia limitata alle "condizioni statiche strutturali determinabili a vista", soprattutto ove si consideri che fu proprio l'Anas ad accertare il rilevante cedimento delle fondamenta dell'edificio››. Da qui la diffida e la messa in mora per la richiesta di risarcimento danni al Comune. (a.f.)

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