Abruzzo, in 10 anni boom di alunni stranieri

Sono 9.690, il 5% della popolazione scolastica. Dieci anni fa erano lo 0,6%. Un quarto dei ragazzi è nato in Italia

PESCARA. Gli alunni stranieri in Abruzzo sono 9.690, con una incidenza rispetto alla popolazione scolastica complessiva del 5%, contro lo 0,6% di dieci anni fa. Il dato è del Ministero della pubblica istruzione rielaborato dall'Istituto di ricerca e formazione Irsef-Irfed "Federico Caffè" della Cisl Scuola Abruzzo, coordinato dal segretario regionale Andrea Leonzio.

Un dato, quello del 5%, di gran lunga superiore a quello delle regioni meridionali, le cui percentuali oscillano tra il 2,3% della Calabria e l'1,3% della Basilicata.

«Occorre evidenziare oltre alla conseguita dimensione stabile e strutturale che coinvolge tutto il sistema scolastico abruzzese in modo diffuso», spiega Leonzio, «la significativa presenza tra di loro di quasi 2.569 ragazzi nati in Italia che rappresentano quasi un terzo della popolazione scolastica straniera. Si tratta delle seconde generazioni che hanno in comune con i ragazzi italiani la stessa scolarizzazione, parlano quasi sempre la stessa lingua, hanno gusti e interessi uguali o simili a quelli dei loro coetanei italiani. Li rende diversi la pelle, la religione, l'origine».

La circolare ministeriale dell' 8 gennaio 2010, n. 2 stabilisce un tetto del 30% di presenze di alunni con cittadinanza non italiana per singola classe. In Abruzzo, abbiamo la seguente situazione: nella scuola primaria le classi con stranieri con una percentuale maggiore del 30%: 79 classi; nella secondaria di primo grado 20 classi.

«L'integrazione degli alunni stranieri nella scuola abruzzese non è certamente una emergenza imprevista», commenta Leonzio, «da anni registriamo un aumento della loro presenza. Il fenomeno dapprima evento residuale, concentrato solo in alcune realtà territoriali, è diventato condizione diffusa e strutturale. Le risposte sono state date fino ad oggi soltanto dall'impegno, dalle capacità e dalla professionalità degli operatori scolastici. Per affrontare con successo problematiche così delicate ed estese servono competenze e interventi di mediazione linguistica e culturale, servono azioni integrate e coerenti condotte in accordo tra le istituzioni scolastiche e le autonomie locali. L'integrazione avrebbe inoltre bisogno di un aggiornamento generalizzato dei docenti sulle questioni relative all'inserimento degli alunni di nazionalità non italiana, della presenza diffusa di mediatori linguistici, del mantenimento dell'orario di compresenza che consenta una corretta articolazione del lavoro didattico nelle classi». (cr.re)

LE CIFRE
Il dato del 5% di alunni stranieri iscritti nelle scuole abruzzesi è di gran lunga superiore a quello delle regioni meridionali, le cui percentuali oscillano tra il 2,3% della Calabria e l'1,3% della Basilicata.

LE NAZIONALITÀ
Le nazionalità più presenti nelle scuole sono rispetto al totale degli stranieri: Pescara, Albania (16%); Chieti, Albania (27,5%); L'Aquila, Romania (18,5%); Teramo, Albania (24,2%).

© RIPRODUZIONE RISERVATA