Artigianato, chiuse 130 aziende nel 2011

Cna: si interrompe la tendenza alla crescita a ritmi più elevati di quelli medi nazionali

PESCARA.Va male l'artigianato abruzzese. Lo conferma il saldo tra nuove imprese e cancellazioni avvenuto nei primi nove mesi dell'anno. Secondo l'elaborazione realizzata dal Centro studi della Cna, su dati di Infocamere, tra gennaio e settembre si è verificato un decremento doppio rispetto della media nazionale: 0,36% contro 0,18%. Una caduta impressionante Nei primi tre trimestri del 2010, invece, l'Abruzzo aveva fatto registrare una crescita dello 0,47% rispetto al 2009.

Ma il flop delle imprese artigiane diventa ancora più impressionante se confrontato con l'andamento generale delle imprese. In Abruzzo, infatti, dopo tre anni di crescita molto modesta (2007, 2008 e 2009), nei primi tre trimestri del 2011 le imprese sono cresciute in generale di 1.504 unità, continuando una performance positiva iniziata nel 2010 (allora, +1.962). Tutto l'opposto, insomma, del profondo rosso che segna l'artigianato, il cui decremento è stato di ben 130 unità, quasi tutto concentrato in tre province su quattro: Teramo (-51, pari un decremento dello 0,53%), Pescara (-55; -0,66%), Chieti (-22; -0,22%). Fa eccezione la sola realtà aquilana, che resta in sostanziale equilibrio (-2), ma dopo essersi lasciata alle spalle quell'effetto- sisma che nel 2010 aveva determinato un forte incremento di micro imprese, grazie al boom del settore delle costruzioni.

«Si interrompe un trend positivo che nel periodo che va dal 2000 al 2007 aveva visto il settore artigiano abruzzese crescere a ritmi più elevati di quelli medi nazionali», dice il responsabile del Centro studi, Aldo Ronci (nella foto in alto). «E' probabile anche che l'andamento positivo delle nuove imprese in generale rappresenti una parziale risposta alla perdita di 24mila posti di lavoro avvenuta nel 2009, ma si tratta di capire quale capacità di tenuta abbiano queste nuove attività sul mercato».

Quanto ai settori, le imprese artigiane presentano il segno negativo in tutte le attività. La ricerca condotta dal Centro studi della Cna, presieduta da Italo Lupo, afferma che la caduta più consistente è stata registrata nel manifatturiero (-121), seguito dalla riparazione di auto e apparecchi per la casa (-40), dall'agricoltura (-11), dalle costruzioni (-7). Segno positivo, al contrario, per attività ricettive (+23) e servizi (+16). Se le costruzioni registrano un forte decremento a Teramo (-46 unità), le stesse crescono all'Aquila (+25) e a Chieti (+16), mentre i servizi realizzano una crescita di 32 unità a Teramo e un decremento di 21 a Pescara. Ma nel caso aquilano, avverte, infine, la Cna «il mancato avvio della ricostruzione pesante rischia di trasformarsi da opportunità a ulteriore fattore negativo».

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