Artigianato, primi segni di ripresa

Le imprese crescono ma solo all'Aquila e Pescara, in testa sanità e servizi

PESCARA. L'artigianato abruzzese, alla fine del 2010, contava 36.268 imprese attive, in lieve aumento rispetto al 2009 (+0,4%). Questo andamento regionale è frutto dei risultati variegati riscontrati nelle singole province: in diminuzione quelle di Chieti (-0,5%) e Teramo (-0,6%), in lieve aumento quella di Pescara (+0,8%), in consistente crescita quella dell'Aquila (+2,5%) che spicca a livello nazionale.

E' lo stato di salute dell'artigianato che emerge dal rapporto 2010 dedicato a «Economia e società in Abruzzo» appena pubblicato dal Cresa, il Centro regionale di studi e ricerche economico-sociali.

L'ottimo risultato osservato nella provincia dell'Aquila, spiega il rapporto del Cresa, è legato al «consistente incremento di imprese attive nei settori della sanità e assistenza sociale (+20,0%), delle costruzioni (+6,2%) e soprattutto della fornitura di acqua, reti fognarie e attività di gestione dei rifiuti (+25,0%)».

A livello regionale risultati positivi sono stati rilevati dalle imprese artigiane attive nella sanità e assistenza sociale (+13,8%), nella fornitura di acqua, reti fognarie e attività di gestione di rifiuti (+6,0%), nel noleggio agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+5,3%) e nei servizi di alloggio e ristorazione (+3,9%).

«Risalta in negativo», spiega il Cresa, «la performance delle attività immobiliari (-33,3%) dovuta al crollo riscontrato nella provincia dell'Aquila (-50,0%)».

Le imprese artigiane continuano a rappresentare più di un quarto dell'intero sistema imprenditoriale abruzzese (27,3%). I comparti produttivi nei quali tale componente assume il maggior peso sono le attività manifatturiere (64,0%), le costruzioni (68,3%), il trasporto e magazzinaggio (67,4%) e le altre attività di servizi (88,3%). Il peso dell'artigianato nel sistema produttivo si distribuisce in maniera equilibrata tra le province, raggiungendo il valore maggiore all'Aquila (31,4%) e a Teramo (29,7%).

«Il sistema dell artigianato regionale», si legge ancora nel rapporto del Cresa, «vede la nettissima prevalenza delle imprese individuali (80,1%). Le società di persone si attestano sul 16% e quelle di capitali superano lievemente il 3%. Il primato delle imprese individuali riguarda tutti i settori economici, con l'eccezione della fornitura di energia elettrica, delle attività finanziarie e assicurative e delle attività immobiliari, nei quali tale forma giuridica non è presente, e dell'estrazione dei minerali e dell'istruzione, nei quali essa è adottata da meno della metà delle imprese attive (rispettivamente 38,1% e 46,9%)».

A fine 2010 lo stock di imprese artigiane registrate in Italia era pari a 1.470.942, con un saldo negativo di 5.064 unità (derivante da 109.753 nuove iscrizioni contro 114.817 cancellazioni), pari a un tasso di crescita negativo (-0,3%), in miglioramento rispetto a quello rilevato nel 2009 (-11%).

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