Campo: nessuna scelta concordata

La Uil: Abruzzo escluso dalla ripartizione perché non ha progetti strategici

PESCARA. «Chiodi occulta un fatto fondamentale: che l'esclusione dell'Abruzzo deriva dal piano nazionale per le infrastrutture strategiche». Suscita malumori la difesa a oltranza operata dal governatore sui fondi Fas e fa discutere il coinvolgimento delle parti sociali su un piano che, fino a oggi, ha visto la Regione penalizzata nel confronto con il governo. Il segretario Uil Abruzzo, Roberto Campo, elude la polemica diretta ma indica un obiettivo di cui l'Abruzzo, a questo punto, non può più fare a meno: rientrare nei piani sulle infrastrutture strategiche.

E' vero o no che le parti sociali hanno concordato le scelte sul Fas?
«E' vero che nell'ultima rimodulazione il governatore ha confermato un punto che chiedevamo anche noi, ma la gran parte delle scelte risale a due anni fa e all'epoca non fu concordato nulla».

Quale punto è stato inserito su richiesta delle parti sociali?
«Il progetto automotive in Val di Sangro, un campus per l'innovazione tecnologica al servizio della grande industria metalmeccanica. Per il resto, sono stati fatti tagli lineari su tutte le voci senza concordare nulla».

In nessun altro caso c'è stato un coinvolgimento diretto?
«Siamo stati informati quando il governo ha deciso di tagliare i fondi disponibili. Originariamente, il pacchetto dei Fas per l'Abruzzo ammontava a 854 milioni, altre risorse sarebbero arrivate con il Masterplan del decreto terremoto: 1 miliardo e 70 milioni».

Poi cosa è successo?
«Due cose: che il Masterplan non è partito, perché non si è mai chiarito con il governo in che modo applicare la parte relativa allo sviluppo separandola dai fondi destinati alla ricostruzione. Quanto al Fas, è successo che due volte il governo ha tagliato i fondi di tutte le regioni. La prima, quando fece l'accordo sugli ammortizzatori in deroga; la seconda, qualche mese fa, quando al Fas è stata sottratta la quota salvaeuro. Una manovra del ministro Tremonti che però non è servita a salvare il Paese dall'attacco della speculazione finanziaria. Quindi da 854 milioni siamo a 722».

C'è anche la quota sottratta per i debiti della sanità.
«Certo, tolta anche quella restano 612 milioni. Ma noi chiediamo di tornare a 722 milioni con la vedita degli immobili previsti dal piano di rientro della sanità».

L'Abruzzo è o no nel Mezzogiorno?
«L'Abruzzo fa parte del Mezzogiorno, non si discute. Storicamente, istituzionalmente (legge 64/86), nelle ripartizioni territoriali indicate dall'Unione Europea».

Allora perché è stato escluso dal Piano per il Sud?
«Per il governo, non ci sono grandi opere infrastrutturali di interesse strategico nazionale che riguardino l'Abruzzo: questo è il punto».

Cosa si può fare per recuperare risorse?
«Dobbiamo chiedere al governo e all'Europa l'accelerazione della nascita della Macroregione Adriatica, anticipando la data del 2014. La nostra transizione fallita ci ha riallontanati dal Centro-Italia e riavvicinati al Sud, ma senza una visione. Ora però non c'è più tempo da perdere».

E' del tutto sbagliato utilizzare i Fas per far fronte a spese che dovrebbero essere poste a carico del bilancio ordinario?
«Chiunque governi in Abruzzo, ha e avrà ancora nel prossimo futuro il problema di conciliare il risanamento del bilancio e la garanzia dei livelli delle prestazioni».

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