Chiodi: contro di me le lobby della sanità

Le opposizioni all’attacco: se sa qualcosa si rivolga alla magistratura altrimenti si dimetta

PESCARA. «Le lobby della Sanità all’opera». Arriva a fine mattina, con questo titolo, la nota di Gianni Chiodi che accende un nuovo putiferio politico sulla sanità, con le opposizioni (Pd e Idv) all’attacco nel chiedere chiarezza o dimissioni. Nella sua nota Chiodi se la prende - senza fare nomi - con lobby che remerebbero contro il risanamento della sanità abruzzese. A contribuire alle polemiche ci sono altri due fattori. Il primo: la nota di Chiodi arriva dopo l’interrogazione presentata dal deputato abruzzese, Daniele Toro, compagno di partito nel Pdl di Chiodi, che critica spietatamente la gestione della sanità abruzzese e in particolare quella della vertenza di Villa Pini.

Il secondo: le dimissioni del sub-commissario alla sanità regionale, Giancarlo Rossini, che secondo Toto, avrebbe deciso di rassegnare l’incarico «in seguito all’intromissione altrui, secondo voci insistenti, nella sfera di competenza delineata dalle deleghe a lui assegnate».
«Non avevo alcun dubbio», scrive Chiodi nella nota in questione, «che, prima o poi gruppi di pressione che hanno, o provano ad avere, interessi economici nella sanità, avrebbero iniziato ad agire per condizionare le scelte. Questi gruppi sono trasversali negli schieramenti politici, come sempre accaduto in Abruzzo. Ma, questa volta, non troveranno spazio per condizionare.

Anche gli Abruzzesi, così come i cittadini di altre Regioni Italiane, hanno il diritto ad avere una Sanità di qualità a costi sostenibili e giusti. Ciò è possibile perché altrove si è realizzato. Ma le condizioni indispensabili affinché ciò accada sono: una corretta programmazione che tenga conto del reale fabbisogno di Sanità; una Sanità pubblica che elimini gli sprechi; una Sanità privata che operi correttamente sulla base del fabbisogno reale e non su quello creato appositamente per fini diversi».

«Difenderemo allora», conclude, «il “pubblico” virtuoso e il “privato” che agisce nelle regole; perché solo questa sinergia permetterà a tanti imprenditori sanitari, che operano correttamente, di continuare a svolgere il loro lavoro nell’interesse prioritario del cittadino abruzzese che ha bisogno di cure sanitarie».

Le reazioni del Pd sono affidate al senatore, Giovanni Legnini, e al segretario regionale del partito, Silvio Paolucci. «Chiodi è nervoso perché è stato colto nel vivo», dice Legnini. «Il Pd ha rivelato la situazione di caos generale e di enorme conflitto di interesse alla testa della sanità in Abruzzo (...) La verità è che abbiamo un presidente immobile, una sub-commissaria che è anche consulente di cliniche private, un altro sub-commissario che ha rassegnato le dimissioni per ragioni tutte da chiarire, una giunta, un consiglio regionale e un assessore privi di ogni ruolo e funzione nella sanità. Il Pd denuncia la presenza di un colossale conflitto di interessi».

Secondo Paolucci, «le crepe che si stanno aprendo nel Pdl, le dimissioni del sub-commissario Rossini e le rivelazioni del curatore fallimentare sulle mezze verità di questa giunta regionale dimostrano tutta l’arroganza di Chiodi e Venturoni».
Per l’Idv a parlare sono Carlo Costantini, consigliere regionale, e Alfonso Mascitelli, coordinatore regionale, che, in un’interrogazione parlamentare presentata ieri, chiede al governo nazionale la revoca di Chiodi da commissario della sanità.

«Chiodi», scrive Costantini in una nota, «se non dice e, soprattutto, se non denuncia alla Magistratura chi lo condiziona e gli impedisce di realizzare i suoi programmi (?!), allora vuol dire che è complice ed è perfettamente integrato ad un sistema che solo apparentemente dichiara di subire».

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