Confindustria: diteci se ci sono i Fas

Anche i sindacati chiedono chiarezza per sbloccare subito i fondi

PESCARA. Nel 2011 il Cipe si è riunito 4 volte, in media una volta ogni 2-3 mesi. Se la promessa del ministro delle Regioni Raffaele Fitto sarà mantenuta, il Comitato interministeriale per la programmazione economica varerà il Fas Abruzzo in autunno inoltrato (l'anno scorso l'ultima seduta prima della pausa estiva ci fu il 30 luglio, la successiva il 18 novembre), con effetti di cassa non prevedibili. A meno di riunioni straordinarie che non si possono escludere e che sarebbero auspicabili. E' probabile comunque che il Cipe discuta dell'Abruzzo dopo che il Patto per lo sviluppo sarà stato ricevuto dal governo in carica. La settimana scorsa il governatore Gianni Chiodi, durante la trasferta romana per la firma della cessione delle aree di risulta delle Ferrovie per il Parco della costa teatina, ha fatto un salto a Palazzo Chigi per cercare di strappare la data dell'incontro Patto-governo. Probabilmente il governatore era sicuro di ottenerla, perché aveva chiesto ai suoi collaboratori di inserire questo passaggio di Palazzo Chigi nel comunicato stampa sulle Ferrovie. Poi la data non si è concretizzata, perché Chiodi non ne ha più dato notizia.

Il governo è infatti in grande affanno e il Patto per l'Abruzzo non è una priorità della sua agenda. Piuttosto lo è il Patto per l'Italia che nel frattempo le parti sociali nazionali hanno sollecitato, replicando quanto era maturato nel laboratorio politico-economico abruzzese.

Commentando le ultime vicende dei Fas, e in particolar modo i 7,4 miliardi sbloccati per il Piano per il Sud, il presidente di Confindustria L'Aquila Fabio Spinosa Pingue, si chiede se i soldi siano davvero disponibili. «Sono anni che facciamo convegni sui fondi per le aree sottoutilizzate», dice Spinosa Pingue, «ma non si è mai visto un euro arrivare da Roma. A questo punto, mi chiedo e chiedo, se i soldi esistono veramente o se non sono piuttosto una chimera».

Una domanda che si è posto anche Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni Economiche del Gruppo del Pd alla Camera, che ha chiesto al governo «di chiarire immediatamente, con un atto ministeriale, se le risorse sono di cassa o è l'ennesimo artificio contabile».

Risorse che per quanto riguarda l'Abruzzo appartengono di diritto all'Abruzzo, come ha ricordato ieri su queste pagine il senatore Pd Giovanni Legnini e come ricorda nell'intervista in basso il segretario regionale del sindacato Ugl Piero Peretti.

Per il segretario regionale della Cisl Maurizio Spina il discorso sui tempi è strategico. Spina ricorda che le parti sociali si sono autoconvocate a Roma a settembre.

«In questa direzione», dice Spina, «qualsiasi iniziativa, anche da parte del Consiglio regionale o dello stesso Chiodi, che possa anticipare l'incontro, ben venga, perché noi abbiamo urgenza di definire le risorse per lo sviluppo. Col Patto abbiamo cercato di partire prima», dice il segretario Cisl, «e il fatto che questa opportunità non sia stata ancora colta porta a una situazione di svantaggio che va recuperata, perché la situazione socioeconomica è delicata».

Oggi il paese ha forse problemi più grandi dell'Abruzzo? «Ma il paese», dice Spina, «si rilancia se si rilancia lo sviluppo anche dell'Abruzzo. Non a caso il Cipe ha approvato provvedimenti sulle infrastrutture e noi dobbiamo assolutamente rientrare in quel discorso».

Per Gianni Di Cesare, segretario regionale della Cgil «Sta emergendo ciò che abbiamo sempre sostenuto: che il piano per il Sud non riguardava l'Abruzzo e, proprio per questo, dovevamo chiedere un confronto diretto con il governo. L'Abruzzo deve avere una risposta, perché abbiamo tra l'altro le condizioni per chiedere qualcosa di particolare: siamo ultimi nella crescita del Pil in Italia e unici per la questione del terremoto. Non basta ricostruire una città bisogna anche creare le condizioni per lo sviluppo».

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