I “nemici” dell’udito: cuffie, alcol, fumo ed igiene eccessiva

La campagna “Nonno ascoltami” contro l’ipoacusia Oggi la diretta con Il Centro, domani i controlli gratis

PESCARA. Prevenzione, quando intervenire e come. L'ipoacusia è un problema spesso sottovalutato, soprattutto relativamente ai comportamenti da mettere in atto in presenza dei sintomi. "Ci sento poco", "Nella confusione non distinguo i suoni", campanelli d'allarme che vanno indagati, specie dopo i 65 anni. Ce ne parla Claudio Caporale, direttore del reparto di Otorinolaringoiatria dell'ospedale di Pescara, che oggi è in redazione dalle 12 alle 14 per rispondere ai dubbi dei lettori in materia di salute dell'orecchio.

Basta chiamare il numero 0852052403, dove al pomeriggio (15-17) risponde anche Adelchi Croce, direttore della clinica otorinolaringoiatrica dell'ospedale di Chieti.

Professor Caporale, quando è bene iniziare la prevenzione dei disturbi dell'orecchio?

«Indicativamente attorno ai 65 anni, ma di fatto oggi soprattutto nei Paesi più industrializzati e dove c'è inquinamento acustico l'età più a rischio può anche abbassarsi, e gli effetti dannosi esterni si sommano ai meccanismi della presbioacusia, cioè l'ipoacusia che subentra con l'età».

Quali sono le indagini da fare?

«Anzitutto una visita otologica per un'indagine di primo livello, eventualmente poi da approfondire, ed un esame audiometrico. Spesso il vero problema è il tempo che intercorre tra la presa di coscienza del problema, cioè il non sentire bene, e l'indagine: passano anche 10 anni».

Quali comportamenti è possibile adottare, da adulti ma anche da giovani, per prevenire i disturbi dell'orecchio?

«Bisogna evitare l'esposizione a rumori intensi ed il sostare per lungo tempo in ambienti troppo rumorosi. Poi l'assunzione di alcol, fumo, droga e sale non aiutano, ed inoltre bisogna stare attenti anche all'igiene: l'utilizzo troppo approfondito dei bastoncini di cotone per pulire le orecchie può causare danni seri. Quanto ai giovani, tutte le sorgenti sonore che superano gli 80 decibel, compreso l'utilizzo delle cuffie, possono causare traumi acustici acuti».

Quali conseguenze determina l'ipoacusia oltre al fastidio di non sentire bene?

«I fastidi possono essere uditivi ed extra auditivi. I pazienti affetti da ipoacusia hanno più probabilità di subire ischemie, aumentano inoltre le patologie psichiatriche. Stress, ansia, depressione, conseguenze dell'isolamento sociale specie negli anziani».

L'acufene (ronzio nell'orecchio, ndc) può essere collegato all'ipoacusia?

«No, l'acufene tecnicamente è un'anomala sensazione soggettiva sonora in assenza di stimolazione acustica esterna che si associa all'ipoacusia ma non ne è la causa. Può essere causato da una patologia oppure no. In quest'ultimo caso una vera e propria terapia non esiste, ma esistono palliativi ».

Domani nelle piazze abruzzesi la giornata "Nonno ascoltami"di prevenzione dei problemi dell'orecchio. Medici, volontari, audiometristi e protesisti effettueranno controlli otorino gratuiti.

Paola Toro

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