Il ristorante tipico: una squadra di chef valuterà le richieste 

Centofanti, D’Ignazio, Tinari e Spadone nel tavolo tecnico Gli aspiranti ristoratori devono utilizzare prodotti abruzzesi

L'AQUILA. Al via l'esame delle domande per ottenere il marchio "Ristorante tipico d'Abruzzo". Ecco la squadra dei ristoratori, che avrà il compito di esaminare le richieste pervenute e testare con mano, o meglio gustare con il palato, con visite direttamente in azienda, la qualità dei prodotti utilizzati e il livello gastronomico raggiunto.
Del tavolo tecnico, che si è insediato ieri, all'Aquila, fanno parte Lanfranco Centofanti, titolare L'Angolo d'Abruzzo, a Carsoli, Gennaro D'Ignazio, Vecchia marina di Roseto, Peppino Tinari, Villa Maiella a Guardiagrele e Marcello Spadone, La bandiera di Civitella Casanova. Membri supplenti sono stati designati, Franco Franciosi del ristorante Mammaròssa di Avezzano, William Zonfa, Magio Papale dell'Aquila, Serena Di Battista, Sapori di campagna di Ofena, Luca Mastromattei, Pescion di Pescara, Antonio Di Giovacchino, Font'Artana a Picciano, Jean Pierre Soria, chef del ristorante Cibo matto di Vasto, Marco e Luca Caldora di "Caldora Punta Vallevò", di Rocca San Giovanni, Daniele Zunica, titolare di Zunica 1880 di Civitella del Tronto, Valerio Di Mattia, Il palmizio di Alba Adriatica e Gianni Dezio del ristorante Tosto di Atri. I rappresentanti del presidi Slow Food Abruzzo e Molise sono Eliodoro D'Orazio e Giorgio Davini.
«Vogliamo esprimere e diffondere una enogastronomia di qualità legando l'arte, il paesaggio e le tradizioni locali al gusto della cucina abruzzese», ha dichiarato l'assessore alle attività produttive e al turismo, Mauro Febbo, che conta di portare i migliori ristoranti abruzzesi «nella grande vetrina internazionale di Expo 2020, a Dubai, dove promuovere le aziende 4.0 e il territorio».
Il marchio "Ristorante tipico d'Abruzzo" contraddistingue la ristorazione tradizionale di qualità «e consentirà l'identificazione in tutta Europa dei ristoranti che, utilizzando prodotti tipici abruzzesi, rendono apprezzabile la gastronomia abruzzese», spiega Febbo. Il comitato è già a lavoro ed entro 90 giorni definirà le procedure di selezione. Una scommessa eno-gastronomica che guarda all'appuntamento dell'Expo' di Dubai, «quale punto di forza dell'economia abruzzese, di vitale importanza per il turismo e il settore enogastronomico».
Il "Ristorante Tipico d'Abruzzo" dovrà proporre almeno per il 50 per cento di piatti della tradizione abruzzese. Inoltre, il 60 per cento dei prodotti utilizzati per i menu dovranno provenire dall'Atlante aperto delle produzioni autentiche d'Abruzzo. Per quanto riguarda il vino, i ristoranti dovranno dotarsi di almeno un'etichetta abruzzese per ogni due coperti e acquistare da aziende certificate biologiche almeno la metà del 60% dei prodotti utilizzati per realizzare le produzioni gastronomiche. Se il titolare produrrà autonomamente verdura e frutta, dovrà dotarsi di un autocertificato di tracciabilità, che specifichi la provenienza delle produzioni portate in tavola.
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