Il radar Recco accanto all'elicottero con cui viene trasportato

SOCCORSO ALPINO

L’Abruzzo ha il radar che salva vite umane

Mai più tragedie come Velino e Rigopiano. Individua chiavi e cellulari sepolti anche in profondità, siamo la terza regione d’Italia ad averlo

L'AQUILA. Arriva l’antenna Recco per la ricerca dei dispersi in montagna. Ora l’Abruzzo è l’unica regione dell’Appennino in possesso del potente sonar e la terza in Italia dopo la Valle D’Aosta e il Trentino Alto Adige. A quattro anni dalla tragedia di Rigopiano e a sei mesi dal dramma del Monte Velino, la giunta Marsilio ha deciso di affidare il dispositivo al Soccorso alpino Abruzzo che lo metterà a disposizione anche delle regioni limitrofe e di tutto l’arco appenninico. Ieri la presentazione della nuova dotazione strumentale, a Palazzo Silone all’Aquila, alla presenza del governatore Marco Marsilio, dell’assessore regionale alle Aree interne Guido Quintino Liris, del presidente del soccorso alpino Abruzzo Daniele Perilli e del direttore dell’Agenzia di Protezione civile regionale Mauro Casinghini.
COME FUNZIONA IL RECCO. È un sonar cilindrico, trasportato da un elicottero, in grado di individuare un segnale “metallico” fino a 80 metri di distanza e a 5 metri sotto lo strato di neve. In particolare il dispositivo agganciato al velivolo viene fatto sorvolare, quasi a sfioro, sulla zona di montagna individuata per la ricerca dei dispersi. Il Recco funziona in modo ottimale se il disperso ha addosso una piastrina metallica detta appunto “Recco”, ovvero una specie di antenna con incorporato un diodo. Oggi numerosi modelli di abbigliamento da montagna hanno la piastrina già incorporata. In assenza della piastrina i rilevatori sono in grado di individuare oggetti elettronici come un telefonino o le chiavi dell’auto, anche scarichi. Questo perché anche gli oggetti di metallo producono un’interferenza rilevata dal sistema, tuttavia in questo caso il segnale è molto più debole. Il sistema svedese funziona come un trasmettitore-ricevitore che emette un segnale direzionale da un’antenna: se il segnale colpisce un riflettore questo viene ritrasmesso verso il rilevatore e convertito in un impulso audio, il cui volume è direttamente proporzionale all’intensità del segnale ricevuto.

I segnali riescono a "passare" facilmente attraverso aria, neve asciutta e ghiaccio. L’acqua liquida, invece, lo assorbe e la portata del rilevatore diminuisce. Ma il sonar non serve solo in caso di valanga. In Nordamerica e Scandinavia viene usato con successo per individuare dispersi nelle foreste non coperte da segnali telefonici. Il business della Recco consiste nel produrre e vendere le piastrine mentre i rilevatori (sia manuali che da elicottero) vengono dati in comodato d’uso gratuito.
GLI INTERVENTI. "Abbiamo vissuto 28 giorni di emozioni contrastanti con il triste epilogo che tutti ricordiamo: il ritrovamento dei quattro escursionisti dispersi", dice Liris ricordando la tragedia del Velino. "E tutte le forze sul campo fecero la promessa di continuare a lavorare per la sicurezza in montagna in ricordo e omaggio di Tonino, Gian Mauro, Gianmarco e Valeria".
"In Abruzzo", aggiunge Perilli, "il Recco è attivo dal 20 giugno e servirà tutto il centro Italia. Come Soccorso alpino abbiamo abilitato 6 tecnici abruzzesi, 2 delle Marche, 2 dell’Umbria e del Lazio, 3 piloti di Eliabruzzo abilitato al trasporto del sonar. Il dispositivo è importante, ma bisogna lavorare sulla prevenzione". Sulla stessa linea anche Casingnini. "L’iniziativa, importante per l’Abruzzo, parte dalla choccante esperienza del Velino al fine di rendere le ricerche più veloci
e fruttuose", ha concluso Marsilio. Nel caso dei dispersi nella Marsica le sonde Recco vennero concesse dalla Valle D’Aosta e dal Trentino.
I DATI. Nel 2020 e nei primi sei mesi del 2021 in Abruzzo gli interventi di soccorso in montagna sono aumentati del 30 per cento, mentre il numero delle persone soccorse è cresciuto del 40 per cento rispetto al 2019. Il tutto nonostante mesi di lockdown. In particolare nel 2020 il Soccorso alpino ha effettuato 155 interventi e prestato soccorso a 224 persone, mentre dal primo gennaio 2021 sono stati effettuati 64 interventi, di cui 29 hanno richiesto l’ausilio dell’elicottero e un terzo è dovuto all’incapacità di proseguire nel percorso.