ricostruzione post terremoto 

L’Anci chiede un commissario «tecnico con visione politica»

PESCARA . Un commissario alla ricostruzione post sisma che, «oltre alla competenza tecnica, abbia una visione politica e amministrativa per far sì che le norme previste nella legge dedicata al sisma...

PESCARA . Un commissario alla ricostruzione post sisma che, «oltre alla competenza tecnica, abbia una visione politica e amministrativa per far sì che le norme previste nella legge dedicata al sisma del Centro Italia abbiano i giusti decreti attuativi». È uno dei temi, anticipato dal presidente di Anci Marche e coordinatore dei presidenti delle Anci regionali Maurizio Mangialardi, al centro di un assemblea dei sindaci del cratere delle 4 regioni terremotate Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio, in programma domani alle 10 nella sala convegni del Pio Sodalizio dei Piceni a Roma. Alla riunione parteciperanno i presidenti delle 4 Anci regionali Gianguido D’Alberto (Abruzzo), Riccardo Variane (Lazio) e Francesco De Rebotti (Umbria). Secondo Mangialardi, sindaco di Senigallia, che presiederà l’incontro, proprio in sede di definizione dei decreti attuativi della legge sisma si potrà trovare una soluzione al blocco della raccolta delle macerie nel cratere, conseguente alla mancata proroga dei siti temporanei di deposito e stoccaggio. «Non è il momento di dividersi», ammonisce, dopo che alcuni primi cittadini avevano minacciato di scendere in piazza a Roma. «Se gli animi sono esasperati, le menti devono restare lucide perché le manifestazioni eclatanti il giorno dopo sono già dimenticate. Occorre il lavoro della politica, dell’Anci, nell’interesse delle nostre comunità. Se abbiamo un decreto terremoto dedicato al sisma del Centro Italia lo dobbiamo all’azione dell’Anci. Lo consideriamo un punto di partenza, anche se ridimensionato rispetto alle nostre aspettative e giuste rivendicazioni. L’incontro parte dal presupposto che il dialogo col Governo è aperto, anche se resta viva la necessità che tutti i parlamentari delle 4 regioni terremotate, indipendentemente dall’appartenenza politica, facciano pressione nell’interesse delle proprie comunità».