Magna Carta, laboratorio politico

Quagliariello: in Abruzzo per far crescere una nuova classe dirigente

L’AQUILA. «L’Abruzzo deve tornare a essere la locomotiva per il Sud Italia». E’ un obiettivo ambizioso quello suggerito da Gaetano Quagliariello per la Fondazione Magna Carta, il pensatoio dell’area di centrodestra da lui creato dieci anni fa che da ieri ha una casa anche in Abruzzo. C’erano molti ex di Forza Italia, ieri, nell’Hotel Castello dell’Aquila dove il senatore del Pdl ha varato Magna Carta Abruzzo.

C’erano, innanzitutto, i due vertici di Magna Carta Abruzzo, il presidente Antonio Tancredi, ex parlamentare della Dc dei tempi d’oro, oggi presidente della Banca di Teramo di credito cooperativo, e Filippo Piccone, senatore di Celano del Pdl.
Con loro, stipati nella sala convegni dell’albergo aquilano: altri due i parlamentari abruzzesi del Pdl, Paolo Tancredi e Paola Pelino, consiglieri regionali del partito di Berlusconi come Luca Ricciuti, Antonio Del Corvo, candidato alla presidenza della Provincia dell’Aquila, Walter Di Bastiano, Riccardo Chiavaroli e Federica Chiavaroli, il consigliere regionale di Rialzati Abruzzo, Giuseppe Tagliente, l’assessore regionale Angelo Di Paolo, l’ex senatore ed ex sindaco dell’Aquila della Dc e attuale consigliere comunale del Pdl, Enzo Lombardi, il coordinatore provinciale dell’Aquila del Pdl, Massimo Verrecchia, il segretario generale della presidenza della giunta regionale, Enrico Mazzarelli, l’ex consigliere regionale di Forza Italia, Pasquale Di Nardo, attuale presidente della Sangritana, lo storico e docente universitario, Umberto Dante.

Magna Carta Abruzzo è, in ordine di tempo, il terzo think-tank del centrodestra a nascere nella regione, dopo Cantiere Abruzzo che fa capo al parlamentare del Pdl ex An, Fabrizio Di Stefano, e Identità domani guidato dell’attuale vice presidente della giunta regionale, Alfredo Castiglione, anche lui ex An, e da Silvio Masci.
La Fondazione battezzata ieri all’Aquila è la prima a nascere dal ventre profondo dell’ex Forza Italia. Le correnti, tenute in sordina nel Pdl, si ristrutturano fuori dai confini del partitone del Cavaliere?

«Magna Carta», ha spiegato al Centro il senatore del Pdl, «non è, nella maniera più assoluta una corrente. E’ aperta, invece, a chi vuole lavorare. Il suo compito è di essere un passo avanti e non indietro rispetto alla politica. Il collegamento con la politica esiste ed è necessario perché le idee possano avere le gambe per camminare e affermarsi».
«Magna Carta», ha aggiunto Quagliariello, «è un think-tank in cui si elaborano idee e progetti, è lo strumento di una classe dirigente che si propone una nuova stagione in una regione come l’Abruzzo che il Pdl si trova a governare in un momento drammatico. Sentiamo questa responsabilità, ma serve uno sforzo intellettuale e complessivo per trovare delle linee guida. Fra i compiti di una Fondazione come la nostra c’è quello della formazione di una nuova classe dirigente, attraverso lo studio e la preparazione. Che, poi, è quello che, un tempo, facevano i partiti e che oggi non possono più fare in un’epoca in cui la realtà si è fatta più complessa e in cui i tempi di decisione sono sempre più veloci».

Nello specifico, per l’Abruzzo, la proposta di Magna Carta è quella livellare le differenze tra la costa e l’entroterra.
«In questa regione», ha detto Quagliariello, «si riproduce in scala quella divisione che interessa tutto il Paese, che non è solo il contrasto Nord-Sud ma anche il divario Est e Ovest, con lo spartiacque che la dorsale appenninica. In un contesto come questo, il terremoto ha accentuato le differenze. Bisogna ora far leva sulla ripresa attività produttive, oltre alla ricostruzione».

Il leader nazionale di Magna Carta, che ha un passato di militanza nel Partito radicale, ha, infine, spiegato qual è la sua posizione su uno di quei temi eticamente sensibili che dovrebbero essere materia di confronto in una pensatoio politico: quello dell’interruzione anticipata della gravidanza e dell’utlilizzo della pillola Ru486. «Su questo tema», ha concluso il parlamentare del Pdl, «chiediamo solo che sia rispettata la legge che disciplina l’aborto, un patrimonio che non deve essere disperso».